«L’Ue conceda aiuti ai paesi islamici solo se rispettano i diritti religiosi»

Strasburgo. Può l’Europa, sempre in prima fila nella difesa dei diritti delle minoranze, continuare a ignorare il crescente sterminio di tanti cristiani? Può l’Ue continuare a finanziare lo sviluppo di paesi africani e mediorientali in cui si espellono o peggio si assassinano cattolici, protestanti, ortodossi, copti e comunque seguaci di Gesù?
L’interrogativo piomba oggi nell’aula dell’Europarlamento, a firma del vicepresidente dell’organismo Mario Mauro, corredato da una secca elencazione di episodi del 2007: dal rapimento di due sacerdoti cattolici a Mosul, all’assassinio di due cristiani e di un sacerdote caldeo sempre in Irak, dagli attacchi alle chiese cattoliche in Pakistan all’uccisione del libraio palestinese evangelico Rami Khader, dall’omicidio di due sacerdoti copti in Egitto ai fatti turchi e a quelli in Cina (repressione) Filippine (il rapimento di padre Bossi) e in tanti altri paesi.

Nella risoluzione messa a punto - alla quale mostrano di voler aderire oltre i popolari, anche i socialisti - si chiede il rispetto dei diritti religiosi, l’intervento dei capi di Stato della Ue, una maggiore attenzione della commissione, ma anche e soprattutto che ogni «elaborazione e implementazione dei programmi di cooperazione e aiuto allo sviluppo» sia concessa solo se viene rispettato il principio di una vera libertà religiosa.

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