Soltanto tre presenze, due in Serie A, una in Coppa Italia. Soltanto ottanta minuti e spiccioli con quella maglia blucerchiata numero 29 nella stagione 2005-06, la stessa che laveva visto approdare alla Sampdoria, insieme con Gennaro Delvecchio, dopo il fallimento del Perugia. Aveva ventanni, Gionata Mingozzi e un futuro calcistico pronosticato luminoso. Mediano coi piedi buoni, ravennate classe 84, era cresciuto nella squadra della sua città, squadra in cui, partendo dallEccellenza, raggiunse la C2 per poi spiccare il volo verso lUmbria e la cadetteria. Con la maglia rossa del Perugia, 14 presenze e il muso buono, da veterano, che attirarono su di lui le lusinghe di mezza massima serie.
Polverizzatasi la società dei Gaucci, Mingozzi sbarcò a Genova, al Doria, nellagosto del 2005. Da lì, dopo un anno di apprendistato alla corte doriana di Novellino, partì prima per Lecce e poi per Treviso. Esperienze, queste, non troppo positive, prima in prestito e poi in comproprietà.
La Sampdoria, infatti, non aveva mai smesso di credere in lui e, anche per la stagione che sta per cominciare, aveva deciso di dargli fiducia, rinnovando la compartecipazione con i biancocelesti trevigiani. Avrebbe potuto essere lannata del definitivo rilancio; e invece non lo sarà. Gionata Mingozzi, non ancora ventiquattrenne, nei pressi di Campagna Lupia, provincia di Venezia, ha perso la vita in un incidente stradale.
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