Prosegue la crociata intrapresa da Vittorio Sgarbi per la salvaguardia del bello architettonico di Milano. Questa volta, al centro dellattenzione dellassessore alla Cultura cè lex istituto Marchiondi-Spagliardi di via Noale, a Baggio. I sette edifici del complesso, progettati nel 1953 da Vittoriano Viganò, fino agli anni Settanta erano sede di una scuola per ragazzi difficili, ma successivamente furono abbandonati al degrado e devastati dalle continue occupazioni.
Ieri, dalla pagine del Giornale, Sgarbi ha ricordato il vincolo che tutela lex istituto, che fu uno dei simboli dellarchitettura milanese. «Ho semplicemente sottolineato la tutela che si deve al complesso, in quanto esempio di architettura brutalista, che va protetto come gli edifici monumentali del Settecento - spiega Sgarbi -. Spetterà poi allassessore Moioli, con cui abbiamo già parlato dellargomento, deciderne la destinazione». I due assessori hanno in programma, forse per settembre, un sopralluogo nel complesso. «Il mio compito è di vigilare sul fatto che sia restaurato e non distrutto - chiarisce Sgarbi -. Per questo ho richiamato per tempo lattenzione sulla questione, ma non credo che ci saranno problemi». Il rischio che lassessore vuole evitare è che il Marchiondi sia vittima delle stesse vicissitudini che nelle scorse settimane hanno segnato altri edifici storici di Milano. Il caso più recente è quello dello stabilimento dellAlfa Romeo al Portello, alla cui demolizione si erano opposti, oltre a Sgarbi, politici, militanti di An e cittadini. La vicenda si era parzialmente sbloccata l8 agosto, quando il sovrintendente ai Beni culturali Alberto Artioli aveva disposto la sospensione dei lavori per un mese, per scongiurare la distruzione di un edificio che, anche se non vincolato, può essere considerato a tutti gli effetti un bene culturale. «La palazzina è una testimonianza storica - aveva spiegato in quelloccasione Artioli - ed è stato anche immortalato in un film importante come Rocco e i suoi fratelli». Sul futuro dellex Alfa, Sgarbi è ottimista: «Sono convinto che si arriverà a una soluzione positiva, riducendo la rotonda - spiega infatti lassessore alla Cultura -. Sul valore simbolico delledificio è daccordo anche il sindaco Moratti e, se Artioli manterrà la sua posizione, difficilmente la proprietà insisterà sulla demolizione».
Suscita ancora le preoccupazioni di Sgarbi, invece, la situazione del garage di via Podgora, che dovrebbe essere abbattuto per lasciare posto a una palazzina di sei piani. «Il nuovo edificio stonerebbe con il contesto della strada, sarebbe un pugno in un occhio - sottolinea lassessore, che nel 2006, per combattere il progetto, si era rivolto anche al ministro per i Beni culturali Francesco Rutelli -. Su questo bisognerebbe organizzare una vera e propria campagna di stampa: io ho fatto di tutto, ma ancora non sono riuscito a scongiurare questo scempio». Il problema, secondo lassessore, è che il garage non gode di un vincolo diretto, ma solo «di rispetto», insufficiente a bloccare i lavori.
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