da Milano
Raffaella Castagna, una delle quattro vittime della strage di Erba, aveva denunciato due giorni prima di essere uccisa insieme al figlioletto di due anni, alla mamma e alla vicina, Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, i due coniugi del piano di sotto che laltra sera hanno ammesso di aver compiuto il massacro di via Diaz. La donna si era rivolta ai carabinieri perché aveva limpressione di essere controllata in tutti i suoi spostamenti da alcuni giorni. E aveva espresso il dubbio che a seguirla fossero proprio i coniugi Romano.
La giovane aveva sviluppato negli ultimi tempi un vero e proprio terrore nei confronti dei due vicini. «Raffaella li temeva, ne aveva davvero paura - ha raccontato unamica -. Pochi mesi fa i Romano lavevano seguita mentre lei stava andando al lavoro. Raffa se nera accorta ed era entrata nellatrio della stazione di Erba per telefonare ai vigili. Me laveva raccontato sconvolta».
Dal racconto dellamica di Raffaella Castagna emerge il terrore di quei vicini «matti», che al minimo rumore telefonavano ai Castagna minacciando e insultando. Era il marito Olindo a telefonare. Anche i gridolini del piccolo Youssef che giocava sul tappeto erano per loro un frastuono insopportabile, tanto che i Castagna erano stati costretti a modificare il pavimento della loro casa per attutire i rumori e non disturbare i due vicini.
Senza dimenticare un altro episodio chiave, quella lite finita a ceffoni il 31 dicembre del 2005. «Raffaella mi diede due sganassoni facendomi cadere a terra come una pera cotta», raccontava fino a due giorni fa Rosa Bazzi.
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