L’ultima follia del Fondo monetario «Nel 2014 l’Italia peggio del Belize»

«Sparare» e «sperare». Dev’essere questo il segreto degli economisti che la fanno franca. Lanciarsi in previsioni a due cifre e incrociare le dita, confidando negli scherzi della memoria. Ma forse al Fondo monetario internazionale devono avere una fiducia ferrea nei loro mezzi, perché - udite, udite - sul sito dell’organismo internazionale più autorevole in materia c’è un software in grado di prevedere il futuro. Fino al 2014. Volete sapere di quanto crescerà l’Uganda? Volete fare un confronto incrociato con la Moldavia e con l’Uruguay? Da oggi si può, e pure gratis, che siamo in tempo di crisi. La palla di vetro degli economisti à la carte si chiama «IMF Data Mapper», ed è a portata di clic sul sito http://www.imf.org/external/datamapper/index.php.
Il giochino è semplice. Si clicca sul Paese che interessa, si schiaccia play e si può calcolare, stampare e salvare sul pc il file con le ipotesi di crescita «reale» del Pil nei prossimi 5 anni. Paragonandola, magari, a quella di altre nazioni.
Il crollo del Pil italiano nel 2009 è «quotato» a -4,4%. Nel 2010, dice il guru virtuale, sarà ancora in rosso: -0,4%. Tremonti si rassegni ma abbia fiducia. Nel 2011, parola di Fmi, l’Italia crescerà dello 0,7%. Nel 2012, chiunque governi, dell’1,3%, il doppio dell’anno precedente: qualcosa come 22 miliardi che nel 2013 (+1,6%) diventeranno più di 25.
Ma nel 2014? E gli altri Paesi? L’Italia è stimata a +1,9%; un po’ pochino se si pensa che il Belize è dato a +2,5% e che la Gran Bretagna crescerà del 2,8%. Robetta, ovviamente rispetto all’imperiosa avanzata del Prodotto interno lodo di Vanuatu (+4,5%), in linea con la crescita del Pil mondiale (+4,8%). E come non riflettere sul fatto che la Nigeria (+6,3%), l’Uganda (+7%), la Tanzania (+7,5%) e addirittura il Kazakistan (+8%) faranno molto, ma molto meglio di noi? E che nel 2014 la Libia (+8,4%) sarà praticamente a un’incollatura dalla mostruosa crescita della ricchezza interna della Cina (+10%)?
L’affidabilità di certe stime, si legge sul sito, è garantita. Già, perché il database del World economic outlook (Weo) contiene una serie di dati «selezionati» con cura che arrivano direttamente dal World economic outlook Report, frutto delle analisi e delle proiezioni elaborate dallo staff di esperti del Fondo monetario su Prodotto interno lordo, inflazione, debito e deficit dal 1980 a oggi.


La domanda, come si dice in questi casi, nasce spontanea: ma come fanno? Come si fa a calcolare quanto sarà l’inflazione tra cinque anni senza immaginare - ad esempio - l’impatto degli attuali tassi di sconto praticati dalla Banca centrale europea sul costo della vita? E come si fa a non prevedere che a Francoforte, un giorno o l’altro da qui a cinque anni, qualcuno potrebbe accorgersi che l’euro si è svalutato troppo (o troppo poco) nei confronti del dollaro e decidere un improvviso aumento del costo del denaro? O un ulteriore taglio? E come fanno gli esperti del Fondo monetario a calcolare l’impatto sul Pil italiano delle grandi opere che il governo ha intenzione di mettere in moto? O dell’Expo? O del piano casa? E quanto varrà il dollaro sull’euro? E la benzina? E l’oro? E se scoppiasse una guerra? O un’epidemia? Visto l’esito delle recenti previsioni sulla crescita 2008/2009, sballate anche di 100 miliardi di euro, il rischio figuraccia è altissimo. E se i geni del Fondo monetario avessero già inventato un software per calcolarlo?
felice.manti@ilgiornale.it

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