L’ultima idea: un giorno in più per trattare

Copenaghen Lo spettro del fallimento della Conferenza Onu sui cambiamenti climatici incombe e l’Unione Europea tenta di rimediare in extremis. Ieri notte a Copenaghen si è tenuta una riunione extra per superare i ritardi nei negoziati e arrivare a un testo di compromesso da sottoporre oggi a tutti i leader. E già si parla del prolungamento di un giorno del vertice, che si sarebbe dovuto chiudere oggi.
La riunione è stata concordata con la presidenza danese della conferenza per cercare di recuperare il ritardo accumulato soprattutto negli ultimi due giorni, dove problemi di carattere procedurale, sollevati in particolare dai Paesi in via di sviluppo nei confronti della gestione danese delle trattative, hanno bloccato i negoziati. Saranno presenti i capi di Stato e di governo, al termine della cena di gala che la regina danese Margrethe offrirà a circa 120 leader.
Anche il presidente francese Nicolas Sarkozy ha insistito con i colleghi europei, incontrati ieri, per tenere l’extra vertice. La gestione danese della conferenza è al centro di molte critiche per la rigidità con la quale sono stati condotti i negoziati e la scarsità di risultati ottenuti. «È ora di passare la parola ai leader», ha detto ieri Sarkozy, che ha parlato in assemblea plenaria, rivendicando una gestione meno tecnica e più politica dei negoziati. Il presidente francese ha enfaticamente evocato il rischio di una catastrofe e ha esortato ad agire «perché il tempo ci gioca contro».


Ieri sera il presidente della Commissione europea Barroso ha anticipato di voler chiedere «qualcosa di più a Obama: viene qui per dare prova di leadership, che è quello che tutti si aspettano dagli Usa e dal loro presidente».

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