L’ultima di Soru: incassava ma non pagava

RomaRenato Soru non pagava gli stipendi, non pagava l’affitto, non pagava neppure le bollette della luce. Eppure ha fatto una montagna di debiti. L’Obama di Sanluri, ex governatore della Sardegna, ex speranza del Pd e anche ex patron della SharDna e attuale editore dell’Unità, proprio sulla vicenda della società specializzata nella ricerca genetica, ha fatto flop.
La storia nasce nel 2001 quando mister Tiscali si mette in testa di investire nello studio delle popolazioni dell’Ogliastra che «isolate per secoli, sono un modello ideale in termini genetici, demografici e ambientali per identificare le cause genetiche delle malattie multifattoriali». Insomma, una società che studia i motivi dell’ipertensione, dell’obesità, dell’alopecia androgenetica, della calcolosi renale e altre patologie. Non è solo in azienda, Soru: lui ha l’84%, il Banco di Sardegna il 13%, la Sfirs, cioè la finanziaria regionale il 2%, e la Casa di cura Tommasini l’1%. Il braccio destro dell’imprenditore sardo è Mario Pirastu, direttore dell’Istituto di biologia molecolare del Cnr (Comitato nazionale delle ricerche) di Alghero. Capitale sociale di 14 miliardi di lire. E fin qui, niente di strano.
Peccato che nel 2004 Soru decide di scendere in campo, si candida alla Regione, vince, governa e la sua società partecipa alle gare per i finanziamenti regionali. E vince. La sua SharDna si accaparra 500mila euro del «Progetto di ricerca scientifica nel settore delle biotecnologie applicate alla medicina». Bando indetto nell’era pre-soriana ma graduatoria stilata sotto il suo governo. Non solo: dove si decide chi deve vincere la gara? Negli uffici di Tiscali. Altro bando di 3 milioni di euro per la «Creazione di un polo di eccellenze delle tecnologie bioinformatiche applicate alla medicina personalizzata»? Vince una cordata guidata dalla SharDna. Idem per la gara per aggiudicarsi una fetta dei 16,8 milioni di euro che il Cipe elargisce al fine di costruire «laboratori tecnologici del distretto della biomedicina e delle tecnologie della salute». E SharDna vince. Monta la polemica: conflitto di interessi, altro che Berlusconi.
Così Soru, sulla graticola, rompe gli indugi: «Vendo la SharDna, a patto che chi compra la tenga in Sardegna, porti avanti i miei progetti e, anzi, se si fa avanti un ente pubblico la vendo con lo sconto del 30%». Trattative lunghe e poi l’affare, un business di 3 milioni di euro, si fa. La SharDna passa nelle mani della Fondazione del San Raffaele di Don Verzè che, in Sardegna, a sud di Olbia, ha già messo piede proprio grazie a Soru e al suo (ex) assessore alla Sanità Nerina Dirindin. Il contratto preliminare di vendita si definisce il 24 febbraio del 2009: Soru ha clamorosamente perso le elezioni contro Cappellacci soltanto una settimana prima. La prima tranche di un milione la incassa lì. L’altro milione il 31 gennaio 2010, l’ultimo è previsto il 31 dicembre.
Le azioni cedute il 26 ottobre 2009 sono 84mila, ciascuna del valore di 50 euro. Il totale farebbe 4milioni e 200mila ma con lo sconto del 30% si arriva alla cifra di 3 milioni. Nell’atto notarile risulta che Soru potrebbe riacquistare, entro il 26 ottobre 2014, le azioni cedute al San Raffaele. Dal notaio emerge quanto segue: «Esistono decreti ingiuntivi richiesti da alcuni dipendenti e da alcuni fornitori nei confronti della società». In pratica, Soru non pagava. Vero? Certo, visto che i 15 ricercatori della SharDna, in luglio, lamentavano di non vedere la busta paga dall’inizio dell’anno. La situazione patrimoniale è critica: debiti per 4.294.000 euro, a fronte di 855mila euro di credito.
Ma poi salta fuori un’altra magagna: la società affitta locali per 1.461 metri quadrati a 8.320,40 euro al mese più Iva. Inoltre deve pagare 574,13 euro mensili per oneri energetici. Alla fine del 2007 la SharDna è dichiarata morosa nel pagamento dei canoni d’affitto per 214.070,59 euro, più 3.271,79 euro di interessi e conguaglio di luce e gas del primo trimestre 2007. Tra il padrone di casa, l’istituto della Regione «Sardegna Ricerche» e SharDna c’è un contenzioso aperto che finisce così: la «Sardegna Ricerche» riconosce un debito di 14.665 euro a SharDna quale risarcimento per i danni di un’alluvione e 32mila euro per attività di consulenza ricevute. Stralciato questo gruzzoletto, la società di cui s’è sbarazzato Soru resta debitrice di 164.133,80 euro per l’affitto oltre al conguaglio degli oneri energetici.

Pagherà 40mila euro subito e dieci rate mensili da 12.413,38 euro. Inoltre si stipula un nuovo contratto di locazione: soltanto 888 metri quadrati alla cifra di 5.505,60 e consumi energetici per 333 euro al mese. Don Verzè pagherà.

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