Cultura e Spettacoli

L’ultima volontà: farsi intervistare in tv

Ogni sabato sera 40 milioni di telespettatori cinesi seguono il reality più in voga della Repubblica popolare. Ma la versione dell’X factor cinese è alquanto macabra: lo show, intitolato Interviste prima dell’esecuzione, è presentato da una giornalista di nome Ding Yu. Tacchi alti, un velo di trucco e un viso quasi senza espressione, la Yu intervista i condannati a morte, pochi minuti prima che vengano fucilati o impiccati.
Iniziato cinque anni fa con il beneplacito del governo di Pechino, il reality era stato lanciato quale possibile deterrente al crescente numero di assassini. Gli intervistati hanno difatti commesso tutti crimini atroci: c’è stata una moglie che ha bruciato vivo il marito che l’aveva picchiata per anni, un giovane che ha ucciso i nonni della sua fidanzata per rubarne i risparmi, ci sono serial killer e violentatori di minorenni. Ma non c’è mai, in questo reality di una Cina che si vuole modernizzare ma che è ancora ben lontana dall’essere democrazia, un condannato a morte per crimini politici. La Yu è bene attenta a non pestare i piedi ad un governo che condanna alla pena capitale, ogni anno, più di 200 prigionieri, per almeno 55 crimini e che li affida alle baionette dello squadrone della morte a soli sette giorni dalla sentenza della corte suprema.
«All’ultimo momento i condannati hanno bisogno di chiedere perdono, di raccontare i dettagli dei loro crimini, di rivedere dei famigliari che altrimenti in Cina non avrebbero modo di dare loro un addio», si difende la Yu che li fa arrivare in studio con le manette e le catene alle caviglie, mentre li comanda come un generale. Lei comincia le sue interviste chiedendo dei loro gusti musicali o dei loro passatempi, ma poi si getta nei dettagli più brutali dei loro crimini. «Dicono che io sono un angelo o un demone - spiega - ma sono solo la testimone della loro transizione tra la vita e la morte».
Il suo cinismo è perfetto: ad un assassino ha detto: «Stai per morire perché sei una minaccia alla nostra società, renditi conto che sei solo merda». La puntata che ha raccolto maggiori ascolti l’ha vista faccia a faccia con un omosessuale, Bao Rongting, che aveva ucciso sua madre dopo averla violentata. Il riscontro di pubblico è stato tale da convincere i produttori a dedicargli altre tre puntate poiché l’omosessualità è ancora un tabù in Cina. Quando quest’ultimo aveva chiesto, come ultimo favore, che la giornalista gli stringesse la mano, la Yu era rimasta impietrita prima di allungare due dita.

«Aveva le unghie sporche e mi è rimasta dentro una sensazione di disgusto», ha commentato.

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