Roba da non crederci. Inaspettata, per certi versi. E viene da chiedersi cosa sarà passato nella mente di Vincenzo Montella, ieri, verso le tredici, quando si è trovato di fronte quei tifosi che lo inneggiavano, pronti a commuoversi per un addio sicuramente annunciato ma comunque difficile da digerire. «Io e te nove metri sopra il cielo», questo riportava lo striscione aperto dal popolo della «maggica» davanti al cancello principale del Fulvio Bernardini, dove il giocatore era stato convocato per lultima volta anche se più che altro per una presenza formale. Già, perché la campagna acquisti di riparazione comincia questa mattina, e nessuna dichiarazione poteva essere rilasciata fino a ieri. Però è bastato un amen al centinaio di supporter accorsi allora di pranzo a Trigoria per capire che la visita sarebbe stata lultima da quelle parti per lattaccante campano, che non si è allenato e ha lasciato il comprensorio sportivo pochi minuti prima delle sedici. Ovviamente senza parlare ma presumibilmente col magone in gola come compagno, complice una vita sportiva appena lasciata alle spalle.
Dicono che saluterà tutti con una conferenza stampa ufficiale, così, tanto per riassaporare sensazioni giallorosse chiuse nel borsone che si porterà in Inghilterra, al Fulham (compagine che ha come obiettivo la salvezza), dove lo attendono a braccia aperte nonostante le voci parlino di un accordo ancora in alto mare. In Premier League riscoprirà il gusto del match, quello vero, giocato sin dal primo minuto, e non scampoli di gara. E scorderà finalmente quella panchina che lha reso protagonista in modi e maniere differenti prima con Fabio Capello, che lo utilizzava col contagocce, e poi con Luciano Spalletti, fautore degli schemi tattici senza attaccanti. Inutili le polemiche, i fatti danno ragione al «trainer» di Certaldo, che senza punte di ruolo ha regalato al football italiano la miglior produzione offensiva delle prime diciassette giornate di campionato oltre che dellintero anno solare. Così come diedero ragione a don Fabio. Rimane il fatto che laeroplanino ha comunque lasciato il segno nella Capitale, e non solo per i gol realizzati nei derby, compreso il record di reti messe a segno in ununica stracittadina.
Va aggiunto però che quello di Montella per ora è solo un arrivederci (lattaccante verrà ceduto con la formula del prestito), dopo una storia durata sette anni, ricca di gol, arrabbiature con chi non gli dava un maglia da titolare e con un ricordo che rimarrà scolpito nella memoria dei romanisti. Perché assieme a Totti, simbolo della capitale, Montella resta lunico superstite in campo della squadra che vinse il terzo tricolore della sua storia. E non guasta ricordare che il top gun di Pomigliano dArco saluta la patria pedata con la qualifica di vice capocannoniere italiano tra gli attaccanti in attività, quota 137 gol, uno in meno di Enrico Chiesa.
Per la cronaca va detto che i fan non si sono risparmiati neanche al passaggio degli altri tesserati, dedicando applausi anche a Totti, De Rossi, Mexes. Adesso, scavalcato laddio di Montella, si apre ufficialmente il mercato. E nella tarda serata di oggi dovrebbe essere ufficializzato lapprodo a Trigoria di Francesco Tavano, anche lui campano, che si aggregherà al gruppo con la formula del prestito, almeno fino a giugno.
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