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L’ultimo sconto dei giudici a Omar: oggi libero dopo soli 9 anni

Entrò in carcere da ragazzino. Adesso esce da uomo libero. Omar Favaro, l’assassino di Novi Ligure, ha già finito di scontare la sua pena. Nove anni di prigione sono bastati a saldare uno degli omicidi più efferati che l’Italia ricordi. Omar, 27 anni a metà maggio, protagonista con Erika De Nardo del massacro della madre e del fratellino di lei, avvenuto il 21 febbraio 2001, da gennaio era in semilibertà. Il magistrato di sorveglianza gli ha concesso i 45 giorni di libertà anticipata relativa all’ultimo semestre di pena espiata. La pena sarebbe scaduta il 17 aprile.
Favaro era entrato in carcere due giorni dopo avere ucciso a coltellate con l’allora fidanzata Erika, la madre e il fratellino della fidanzatina, Susy Cassini e Gianluca De Nardo. Un massacro - le coltellate inflitte alle due vittime furono decine e decine - che per la sua efferatezza sconvolse l’Italia e del quale nelle prime ore si era accusata una fantomatica banda di rapinatori immigrati. Il giovane era stato condannato a 14 anni di reclusione in abbreviato, la ragazza a 16 anni. Per entrambi la pena era poi stata confermata in appello e in Cassazione.
Dopo un periodo all’istituto minorile «Ferrante Aporti» di Torino, da cinque anni Omar è detenuto nel carcere di Quarto d’Asti. In cella ha studiato prendendo il «patentino» per il computer e ragioneria, ma non si è ancora diplomato. Dopo alcuni permessi, da gennaio è stato ammesso al lavoro esterno in una cooperativa che si occupa di aree verdi comunali. Erika sta scontando la condanna a 16 anni nel carcere di Verziano (Brescia). A fine aprile 2009 si è laureata in filosofia. Presto sarà libera anche lei.
Dice di averla dimenticata, Omar: «Oggi mi è indifferente, non mi interessa, capitolo chiuso, non le porto nemmeno rancore», ha risposto a quei giornalisti che in questi anni sono riusciti ad avvicinarlo. Omar era stato condannato a 14 anni di carcere - Erika a 16 - poi sono arrivati, per entrambi, gli sconti di pena e, per Omar, la concessione del regime di semilibertà. Recluso nel carcere di Asti, per un mese il giovane ha lavorato, dalle 8 alle 19, come giardiniere in una cooperativa impegnata nella cura delle aree verdi della città. Per la maggior parte del tempo è rimasto nelle serre, a preparare vasetti di piantine e fiori, ma a volte, insieme a un collega, andava a curare le aiuole di Asti. «Si impegna a fondo», hanno detto alla cooperativa. Il giardinaggio potrebbe essere il suo lavoro anche da uomo libero, anche se Omar dice di essere un appassionato di computer e durate la detenzione ha ottenuto la Patente europea. In ogni caso il suo primo sogno da realizzare - aveva detto - è «farmi una bella nuotata al mare: sono dieci anni che non ci vado». I genitori non hanno mai smesso di restargli accanto: da Alessandria, dove abitavano, si sono anche trasferiti ad Asti. E ogni giorno, alle 12.

30, Omar è andato a pranzo a casa loro.

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