Gabriele Villa
Una corona di fiori rossi e un drappello di uomini, i dirigenti del Sps, il partito socialista serbo, schierati dinnanzi alla scaletta dellaereo per rendere omaggio al feretro di Slobodan Milosevic mentre alla sede del partito una trentina di persone attendevano in fila per firmare il libro delle condoglianze. Belgrado ha accolto così il rientro in patria del «boia dei Balcani». Una bara di legno scuro, coperta da un foglio di plastica, e avvolta poi dal gruppetto di nostalgici nella bandiera serba, che è stata scaricata nel pomeriggio di ieri da un aereo di linea della Jat, la compagnia nazionale, decollato da Amsterdam. Un quadro ben lontano dallufficialità e dalla pompa magna dei funerali di Stato che la famiglia di Milosevic avrebbe voluto «per ridare dignità» al grande imputato dellAia.
Così le esequie seguiranno un rituale molto semplice: il feretro verrà esposto al Museo della Rivoluzione a poca distanza dal mausoleo del maresciallo Tito mentre la sepoltura avverrà sabato a Pozarevac, città natale di Slobo a unottantina di chilometri da Belgrado. «Aspettiamo di veder partecipare molta gente che lo rispettava», ha dichiarato Milorad Vucelic, vicepresidente del partito socialista serbo e amico della famiglia, dalla quale è stato incaricato di organizzare i funerali. È stata la famiglia di Milosevic a decidere data e luogo delle esequie. Ma la vedova di Slobo accusata di malversazione e di abuso di potere, sembra ormai intenzionata a rimanere a Mosca, dove risiede dal 2003, per evitare la confisca del passaporto e lobbligo di presentarsi alle udienze nel caso di rientro in Serbia.
Nel groviglio di mezze ammissioni, precisazioni e smentite che hanno accompagnato le ultime ore di Slobodan dando consistenza a quel giallo, che si era aperto con la sua morte misteriosa nella cella del Tribunale penale internazionale dellAia (Tpi), che lo stava processando per genocidio e crimini contro lumanità, resta ancora aperta la questione della presenza della vedova. Se è vero che Marko Milosevic, figlio dello scomparso ex leader jugoslavo che aveva preso in consegna avantieri le spoglie paterne in Olanda, si è recato ieri a Mosca con lobiettivo di raggiungere la madre, Mirjana Markovic, e portarla in Serbia per i funerali, come ha confermato lavvocato di famiglia Zdenko Tomanovic, al suo arrivo a Belgrado, va registrata anche laffermazione del parlamentare nazionalista russo, Sergei Baburin, vicepresidente della Duma, secondo cui Mirjana Markovic non sarà ai funerali del marito. «Considero mostruoso il fatto che i leader della Serbia e del Montenegro non abbiano fornito adeguate misure di sicurezza e garanzie alla vedova di Slobodan Milosevic» ha aggiunto al riguardo Baburin.
Per contro il ministro degli Interni serbo, Dragan Jocic, ha precisato che la polizia non ha mai ricevuto lordine di requisire il passaporto a Mirjana Markovic e ha smentito che gli agenti abbiano avuto lordine di arrestare Marko Milosevic. Marko, fuggito anche lui a Mosca nel 2000 dopo lestromissione del padre dal potere, è accusato di vari delitti commessi sotto la copertura dei genitori. «In ogni caso latteggiamento del governo - ha precisato il ministro - è solo il congelamento di disposizioni dellautorità giudiziaria che già martedì aveva sospeso un mandato di cattura per malversazione nei confronti della vedova di Milosevic. Intanto proseguono le polemiche: Leo Bokeria, il medico russo direttore della clinica dove Milosevic avrebbe voluto essere ricoverato, arrivato ieri ad Amsterdam, ha confermato i risultati dellautopsia, la salma, ha detto, non mostra segni di morte violenta, ma ha anche aggiunto che lex presidente jugoslavo avrebbe potuto essere salvato se gli fosse stato permesso di farsi curare a Mosca. In compenso léquipe di patologi russi che ha esaminato lautopsia realizzata domenica allAia sul corpo di Slobodan Milosevic ha espresso ieri «assoluta» soddisfazione per il lavoro svolto dai colleghi olandesi.
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