L’Unione europea boccia le etichette «made in Italy»

La Coldiretti protesta: «Necessarie per garantire ai consumatori che la nostra carne è assolutamente sicura»

da Milano

«L’Unione europea mette sotto accusa le norme nazionali che impongono l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del pollame e dei suoi derivati e chiede alle Autorità italiane di far pervenire chiarimenti entro il 15 febbraio poiché le ritiene non conformi alla legislazione comunitaria». Lo ha reso noto la Coldiretti che giudica «assurde e da respingere immediatamente al mittente le osservazioni che vengono da Bruxelles, soprattutto dopo la scoperta dei primi casi di influenza aviaria in uccelli selvatici».
«L’etichetta “made in Italy” è obbligatoria in Italia dal 17 ottobre secondo quanto previsto dall’ordinanza del 26 agosto 2005 del ministero della Salute nella quale si prevede che, in aggiunta alle indicazioni obbligatorie previste dalla normativa in materia di etichettatura dei prodotti alimentari, di cui al decreto legislativo 109/92, gli operatori che intervengono nella fase macellazione e di sezionamento e i soggetti che importano nel territorio italiano animali vivi da macellare, o carni fresche da sezionare o già sezionate da commercializzare, riportino in etichetta le informazioni necessarie a ripercorrere con esattezza la storia dell’animale».
«Le disposizioni in materia di etichettatura e, in particolare, l’obbligo di indicare l’origine della carne, rivestono - osserva la Coldiretti - un’importanza fondamentale, in quanto, garantendo la completa tracciabilità del prodotto, agevolano il sistema dei controlli e tutelano la salute dei consumatori e il loro diritto alla corretta informazione. Occorre impedire che le evidenti pressioni determinate da interessi commerciali prevalgano sulla necessità di tutelare gli allevamenti nazionali e la salute dei cittadini che per l’80 per cento considerano necessario che debba essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione degli alimenti secondo l’ultima Indagine Coldiretti-Ispo sulle «Abitudini alimentari degli italiani».
E sul tema-etichettatura il ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, non ha mancato di far sentire la sua voce: «I consumatori devono sapere che gli allevamenti avicoli italiani forniscono elevate garanzie di sicurezza e devono ottenere tutte le necessarie rassicurazioni in merito ai prodotti che acquistano». Il ministro Alemanno rassicura con una nota i consumatori a fronte delle possibili ripercussioni sui consumi per i recenti casi di influenza aviaria nel nostro Paese informando di aver chiesto all’Ispettorato centrale repressione frodi (Icrf) di intensificare i controlli sulla corretta etichettatura per verificare l’effettiva origine e provenienza delle carni.

L’Icrf ha dunque provveduto ad intensificare i controlli, già peraltro attivi dallo scorso ottobre 2005, soprattutto nei centri della grande distribuzione e nei centri urbani di maggior consumo, per accertare la regolarità delle indicazioni relative all’origine dei volatili riportata sulle etichette della carne posta in vendita.

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