Fabrizio de Feo
da Roma
Di buone intenzioni, si sa, è lastricata la strada per linferno. Ma, almeno a parole, lopposizione si dice pronta a tessere la trama del dialogo e agire di concerto con la maggioranza per la scelta del successore di Antonio Fazio alla guida di Bankitalia. «Al di là dei nomi, noi siamo pronti a collaborare come mi è stato chiesto dal governo nei giorni scorsi» dice Romano Prodi. «Vogliamo che emerga rapidamente un nome ed evitare intervalli dannosi per il Paese». Limportante è che la partita si chiuda in tempi brevi. «Siamo pronti a cooperare perché presto, prestissimo, si abbia il sostituto di Fazio», spiega il candidato premier dellUnione. Quanto al profilo del nuovo inquilino di Bankitalia, per Prodi deve essere «una persona di alta immagine internazionale, riconoscibile per un mondo così complicato e difficile, e cioè quello dei banchieri centrali e della finanza mondiale e che rianimi la struttura e lorganizzazione di Bankitalia messa così a dura prova negli ultimi mesi». Infine, per quanto riguarda il ddl risparmio, Prodi dice che latteggiamento che terrà lopposizione dipenderà dal testo. «Bisognerà vedere i contenuti».
Se lex numero uno della Commissione europea guarda unicamente al futuro, il resto dellUnione infligge le ultime stoccate polemiche a Fazio. E cerca di definire lidentikit del nuovo governatore. «È stata una decisione inevitabile, anche se colpevolmente tardiva» dice Francesco Rutelli, tra i primi a chiedere pubblicamente al governatore un passo indietro a tutela della Banca dItalia e della credibilità del sistema economico-finanziario italiano. «Occorre ora individuare un nuovo governatore che risponda a due caratteristiche: altissima autorevolezza, massimo consenso. Su queste basi si può iniziare subito la ricostruzione della onorabilità e della efficienza di una delle più alte istituzioni di vigilanza e garanzia della Repubblica italiana», conclude Rutelli. Posizioni simili vengono adottate anche dal suo compagno di partito, Enrico Letta. «Le dimissioni sono un atto dovuto, ora si chiude definitivamente una pagina» dice il responsabile economico della Margherita. «Ora bisogna superare tutti i fattori che hanno portato a questa situazione. Si apre un nuovo capitolo, che va tutto scritto». Sui nomi per il successore, Letta non si pronuncia. «Nomi non ne faccio. Dico solo che il successore deve essere il più condiviso possibile e il più autorevole possibile». Limperativo del recupero di autorevolezza da parte di Bankitalia risuona anche nelle parole di Arturo Parisi. «Meglio tardi che mai» commenta il presidente dellAssemblea federale della Margherita: «È necessario da subito individuare un autorevolissimo personaggio che ridia alla Banca dItalia lonore e il prestigio perduti e al Paese una istituzione che torni ad essere garanzia del sistema economico».
Uno spartito simile viene suonato anche dalle parti della Quercia. «Si tratta di un atto di responsabilità da noi sollecitato e auspicato ormai da tempo» commenta il segretario dei Ds, Piero Fassino. «Adesso - prosegue il leader del partito di Via Nazionale - occorre individuare una personalità di alto profilo, sicura professionalità e indiscussa autorevolezza, capace di raccogliere un largo consenso nel mondo politico e nella comunità economica e finanziaria». Più polemico, infine, lintervento di Vincenzo Visco. «Era inevitabile, sarebbe stato meglio che fosse accaduto prima. Il fatto che si è dimesso conferma quanto avevo sempre sostenuto: se il governo avesse effettivamente chiesto le dimissioni le avrebbe ottenute».
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