(...) trasformabili in classi, restano in ostaggio dei centri sociali, mentre per alloggiare gli studenti si ricorre all'affitto costosissimo delle aule di altre facoltà se non addirittura di cinema, teatri e sale pubbliche. Eppure qualcosa si potrebbe fare. Ad esempio liberare le tre sale, di proprietà dell'Università di Genova, in via Delle Fontane, attualmente occupate abusivamente dall'Humpty Dumpty, l'IndyMedia e l'Aut-Aut. Circa 30metri quadrati di superficie l'una, trasformabili in classe, l'ultima delle quali addirittura a due piani. «Non sono aule - si giustifica Giacomo Deferrari, Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Genova - e poi non sono agibili».
Inagibilità che certamente vale anche per gli occupanti, che pure restano indisturbati. Frequentatissimi dai figli annoiati della Genova-bene, no global con il cellulare in tasca che fanno gli alternativi con i jeans strappati, i tre centri sociali di fronte al polo didattico della Facoltà di Lingue si sono messi in luce per il - 6, firma incisa a bomboletta, comparsa su qualche muro dopo la morte dei militari a Kabul e recentemente per l'affissione di una serie di locandine inneggianti la morte di Cossiga. «Abbiamo pensato che fosse la soluzione meno rischiosa lasciarli fare - si giustifica Giacomo Deferrari, Magnifico Rettore dell'Università degli Studi di Genova - e poi abbiamo intenzione di vendere quelle sale». Così a Giurisprudenza, per trovare le aule, si è costretti ad affittare l'aula magna di Architettura, l'ex chiesa di San Salvatore di piazza Sarzano, il cinema America in via Colombo e il Teatro della Gioventù. Il tutto ad 800euro al giorno per ogni sala, un costo annuo che si aggira sui 60mila euro.
Soldi che, ottimizzando la gestione, si potrebbero risparmiare. Sedi in ogni caso poco adatte, che non dispongono di banchi ma di poltrone e, come già denunciato, sono spesso inaccessibili per i disabili. E dire che i soldi ci sarebbero anche. «A luglio 2009 - continua candidamente Deferrari - abbiamo ricevuto 5milioni dal Ministero come premio per l'attività svolta». Li avranno usati per mettere in sicurezza l'Albergo dei Poveri, inagibile da tempo immemore? No, quello sarà pronto nel 2015. E poi la domanda è retorica. «I soldi ci servivano per finanziare tante attività - prosegue Deferrari - e poi non dimentichiamoci che abbiamo risanato il bilancio». Praticamente i fondi premio sono finiti a fare da tappa buchi.
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