L’uomo, 62 anni, di Fano, stava per vendere il suo agriturismo

Un’altra tragedia dove si mischiano depressione e crisi economica. Roberto Piccinetti, imprenditore marchigiano di 62 anni, sposato e padre di tre figli, si è impiccato in un capannone del suo agriturismo di lusso, a Gimarra di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino. Era preoccupato per il futuro dell’azienda, sempre triste, inquieto per gli esiti di una recente ispezione della Guardia di finanza. Non c’è mai una spiegazione univoca quando una persona di mezza età decide di togliersi la vita. «La sua depressione era nota, in cura farmacologica», spiega il pm di Pesaro Silvia Cecchi. Nei primi rilievi, la polizia non ha trovato messaggi per i familiari né elementi utili.
Per gli inquirenti il decesso non è direttamente collegabile al filone degli imprenditori «uccisi» dalla crisi finanziaria, ma il clima di sfiducia generale ha influito sulla scelta senza ritorno di chi, tre giorni fa, in una cena con vecchi amici di gioventù, a Senigallia, aveva lasciato trasparire ansia e preoccupazione. «Metto in vendita l’agriturismo», aveva confidato. Persona molto riservata, Piccinetti aveva pure accennato alla ispezione della Gdf. Negli anni Ottanta aveva gestito un laboratorio artigianale per la confezione di cinture in pelle, terzista di importanti aziende di alta moda. L’avventura era finita male, in maniera imprevista , così con la moglie Antonella Capomagi si era reinventato un lavoro con i resort di lusso.
Aveva aquistato una tenuta con un bel casolare sulle colline di Gimarra, terreni e dependance, rapidamente molto gettonata per banchetti e cerimonie, turismo di qualità in quel grande parco con piscina, ristorante e camere arredate in stile rustico. Villa Piccinetti, segnalata dalla commissione Marche Film come set ideale per riprese tv e cinematografiche, era al completo sino a giugno.
Roberto era re delle feste fanesi, ieri mattina alle nove e mezzo un amico l’ha trovato impiccato in un capanno degli attrezzi.
La moglie, fuori regione, non riusciva a rintracciarlo al cellulare, preoccupata ha chiesto di andarlo a cercare.

Infruttuosa la prima perlustrazione nell’abitazione principale, l’amico va a fare una commissione, torna nella tenuta e scopre il corpo senza vita, appeso a una trave con la corda. Oggi l’autopsia disposta dal magistrato. Periodicamente si sottoponeva a cure contro la depressione.

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