L’uomo che governa Mogadiscio è ricercato in Usa per terrorismo

Membro della vecchia guardia jihadista, ha fondato il gruppo armato Al-Itihaad Al-Islaami

Sessantuno anni, esponente di spicco della vecchia guardia dei «talebani» somali, dato più volte per spacciato, lo sceicco Dahir Aweis è ritornato in sella attraverso le Corti islamiche. Gli americani lo hanno messo sulla lista nera dei terroristi internazionali e sospettano che abbia aiutato i latitanti di Al Qaida nel Corno d’Africa, compresi gli attentatori che fecero saltare in aria le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania nel 1998. Agli inizi degli anni Ottanta questo ex colonello delle forze di sicurezza somale fondò, con un nutrito gruppo di veterani della guarra santa afghana contro gli invasori sovietici, Al-Itihaad Al-Islaami. Il gruppo fondamentalista che combatté una sanguinosa guerra contro le truppe del Puntland, a Nord di Mogadiscio, guidati da Abdullahi Yusuf, che è stato eletto presidente somalo dalla conferenza di riconciliazione nazionale che si è tenuta in Kenya.
I due sono rimasti acerrimi nemici e i corpi speciali etiopi con raid mirati contro i campi di Al-Itihaad eliminarono gran parte dei militanti e delle strtture del gruppo, che dopo l’11 settembre venne inserito nella lista nera delle organizzazioni terroristiche. Uno dei pochi leader a sopravvivere è lo sceicco Aweis, che oggi nega l’esistenza di campi di addestramento di Al Qaida in Somalia, ma ammette di simpatizzare per la «lotta dei mujaheddin in varie parti del mondo», leggi Irak e Afghanistan. In realtà, il veterano del Jihad ha coltivato la seconda generazione di somali che si sono fatti le ossa in Afghanistan, questa volta con i talebani e Osama Bin Laden. Secondo un rapporto dell’International crisis group «dal 2003 si segnala in Somalia la crescita di una nuova rete della guerra santa collegata ad Al Qaida». Il capo del gruppo, che ha la sua base principale a Mogadiscio, è Aden Hashi Ayro, un giovane integralista, della seconda generazione di somali-afghani.

Il suo padrino spirituale è lo sceicco Aweis, che nel frattempo si è riciclato a capo di una delle undici corti islamiche, che hanno unificato le loro milizie sconfiggendo gli ultimi signori della guerra. Sul futuro della Somalia, Aweis non ha mai avuto dubbi: «Noi musulmani non possiamo appoggiare un esecutivo laico, che non governa secondo le leggi indicate dal libro di Allah».

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