Enrico Lagattolla
«Per noi il progetto sullamianto a Lonate Pozzolo è morto da un pezzo, non cè la volontà politica di realizzarlo. E delle tangenti ai politici non so assolutamente niente. Se davvero è stato Ugliola a parlarne ai magistrati, non escludo che lo abbia fatto per vendicarsi del fatto che lo abbiamo scaricato». Così dice Giovanni Rossetti, imprenditore varesino, new entry dellindagine della Procura milanese sul valzer di mazzette in Regione Lombardia, che è stato interrogato a lungo ieri mattina dal pubblico ministero Paolo Filippini, che con il procuratore aggiunto Alfredo Robledo (nella foto) conduce linchiesta. Rossetti smentisce tutto, e annuncia querele contro Ugliola, architetto e brasseur daffaires, oggi gola profonda dellindagine che ha azzoppato il presidente leghista del Consiglio regionale, Davide Boni. Ma la partita intorno allaffare dellamianto è tuttaltro che chiusa, e si annuncia come uno dei terreni caldi del fascicolo che scuote in queste ore il Pirellone.
Il progetto di Lonate si chiama Krysalide, e punta a insediare in una vecchia cava un impianto di inertizzazione dellamianto, con una tecnologia di ultima generazione. Un affare da 12 milioni, peccato che a Lonate non ne vogliono sapere: «Abbiamo già la Malpensa, abbiamo già il depuratore, avere anche lamianto ci sembra troppo», spiega ieri al Giornale il sindaco Piergiulio Gelosa. Tanto che contro il progetto il Consiglio comunale si esprime allunanimità, con una mozione bipartisan che va dalla maggioranza Pdl-Udc ai partiti di opposizione, cioè la Lega e le sinistre. Il progetto approda in regione, allassessorato al Territorio, retto prima da Davide Boni e poi da Daniele Bellotti. E qui si blocca.
Racconta Ugliola che per sbloccarlo una cordata di imprenditori stanziò duecentomila euro «da destinare a tangenti per ottenere lautorizzazione dai politici competenti». E fa i nomi di Boni e del suo braccio destro Dario Ghezzi, che «accettarono la promessa», mentre Massimo Buscemi declinò lofferta (e su questo punto, a quanto pare, il verbale di Ugliola sembra salvare lex assessore pidiellino). Sta di fatto che il piano per portare a Lonate lamianto di mezza Lombardia, e trasformare il veleno in piastrelle, non si sblocca. Intanto a Lonate ne succedono un po di tutti i colori. Giovani Rossetti, businessman locale delle cave, luomo che secondo Ugliola avrebbe fornito il contante per la stecca ai politici, manda in giro due belle figliole per spiegare ai cittadini che limpianto è a impatto zero, e va a finire che per poco le ragazze non vengono picchiate.
Ieri il pubblico ministero Paolo Filippini convoca in Procura Rossetti per farsi raccontare la faccenda dal suo punto di vista. Rossetti ribalta la versione di Ugliola. «Ma quale tangente, io non ne so niente», spiega in serata Rossetti al Giornale. E allora perché Ugliola racconta quelle cose? «Non lo so. Forse centra il fatto che abbia lavorato per noi, perché doveva stendere la valutazione di impatto ambientale, ma alla fine abbiamo risolto il rapporto e siamo finiti a scriverci tramite avvocati.
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