L'uomo non è fatto per lavorare e, se proprio non può farne a meno, le occupazioni si devono limitare all'essenziale in quanto ciascun essere umano deve seguire la sua indole occupandosi esclusivamente di ciò che più gli piace. Questa, in poche parole, la tesi di Maurizio Puppo autore del libro «Un poeta in fabbrica. Manuale di resistenza umana al fanatismo lavorativo». L'autore, con una prosa scorrevole che utilizza volutamente un gergo aspro e spesso impreciso, proprio del nostro tempo, ma che comunque non disdegna richiami classici e letterari, snocciola le sue riflessioni tramite la voce di Gustavo Mauri, personaggio principale. Il protagonista, appassionato delle materie letterarie, si trova proiettato in diverse attività lavorative che nulla hanno a che fare con la sua indole.
«Un poeta in fabbrica» non è solo una condanna per un mondo aziendale completamente totalizzante, ma è testimonianza della possibilità che si possa ritrovare un'identità recuperando, attraverso il logos, l'umanità perduta.Maurizio Puppo, «Un poeta in fabbrica. Manuale di resistenza umana al fanatismo lavorativo», Fratelli Frilli Editori, euro 7,50.
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