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L’uragano rischia di spazzare via il mito di Nadal

Forse perché tutti guardavano con attenzione l’arrivo dell’uragano Irene (che comunque potrebbe causare una partenza falsa degli UsOpen causa metropolitane ko), ai più è sfuggita la vera notizia alla vigilia dell’ultimo Slam della stagione del tennis. Ovvero che - in una recente intervista rilasciata al collega Vincenzo Martucci della Gazzetta dello Sport - Toni Nadal, zio, allenatore e mentore di Rafa, abbia candidamente ammesso: «Mio nipote non sarà mai più quello che è arrivato al numero uno del mondo vincendo tutto». A soli 25 anni, quelli di Rafa, è roba da titolone.
Ed in effetti alla vigilia del via di oggi - previsto per le 17 italiane ma in forte dubbio - non è più la pioggia a fare paura agli organizzatori, ma il fatto che il torneo abbia già un vincitore e soprattutto due sconfitti ormai quasi certi, forse tre. Per carità: Novak Djokovic, solo due ko quest’anno (e uno tra l’altro per ritiro), si presenta con una spalla così così, ma resta il favoritissimo. E visto che Andy Murray deve sempre decidere cosa fare da grande (sarà la volta buona?) e Roger Federer per i più è ormai avviato a una placidissima pensione, ecco che tutti guardano Rafa - campione uscente - con un punto di domanda. Che lui non riesce a far diventare esclamativo: «Voi parlate della finale contro Djokovic come se prima non ci fossero altri match da giocare. Ce ne sono sei prima di arrivare lì e dietro ogni partita c’è una trappola». Insomma Rafa: ci fai o ci sei?
In attesa che il campo risponda, lo fa Nick Bollettieri, guru ormai ottantenne che nella sua accademia ha sfornato campioni in replica e che è uno che naso per certe cose. E quando comincia a storcerlo forse bisogna stare attenti: «Credo che la sconfitta a Wimbledon contro Nole, quando sei uno dei più grandi combattenti della storia del tennis e cominci ad essere battuto, ti faccia venire dei dubbi su te stesso. Penso possa essere un problema - ha detto facendo un pronostico -. Non credo si tratti del suo gioco: i rivali gli si stanno avvicinando. È una nuova esperienza per lui». In pratica: il re forse non è ancora nudo ma un po’ scoperto sì. E non solo nella foto della nuova campagna pubblicitaria che lo ritrae testimonial in mutande, ultima delle fatiche di un Rafa sempre più extratennistico.
Nadal infatti, dopo un paio di sconfortanti sconfitte nei tornei di preparazione a Flushing Meadows, ha occupato i giorni precedenti al via presentanto la sua autobiografia perfino da David Letterman. E alla domanda fatta in conferenza stampa «non è un po’ presto per raccontare a 25 anni la storia della tua vita?», ha scrollato un po’ le spalle rispondendo che sì, «è capitato, si è creata l’occasione con John Carlin, un giornalista che parla anche spagnolo a cui quindi ho potuto raccontare le mie emozioni, cosa che di solito non faccio». Poi, svicolando le solite questioni sui genitori separati, si è rinchiuso in albergo in attesa che passasse l’uragano. Perché il re è seminudo e ora deve trovare conferma che sia passato davvero. Il suo, quantomeno.

Gli italiani. Quattro uomini e sette donne. Il programma della prima giornata: Monaco-Seppi; Fognini-Zeballos; Oudin-Oprandi; Medina Garrigues-Knapp; Nishikori-Cipolla. Tv su Europort dalle 17, anche in Hd.
La frase della vigilia. Serena Williams: «Era il 1990 e Sampras indossava dei pantaloncini così corti...

Pensavo che Pete fosse veramente sexy, ma io penso anche che tutti siano sexy, quindi non so quanto possa contare».

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