L’urlo del figlio: «Papà ti amo»

«Ti amo, papà». Così, si sarebbe rivolto Sandro Lo Piccolo al padre Salvatore Lo Piccolo, subito dopo l’arresto dei due boss latitanti avvenuto ieri mattina in una villetta del palermitano. Il giovane boss, subito dopo la cattura, è scoppiato a piangere rivolgendosi più volte al padre. Sandro Lo Piccolo, 30 anni, è nato e cresciuto a Palermo, borgata di San Lorenzo cuore palpitante di Cosa nostra. Per esser un trentenne ha già il suo buon curriculum: una condanna all’ergastolo per due omicidi e sei anni di latitanza. Ma alla latitanza è avvezzo fin da bambino. Dal padre ha ereditato la facilità a innamorarsi: avventure galanti, discoteche e locali. Ma per non sfigurare, deve vestire bene. Perfino a Palermo, però non è semplice per un ricercato andare a fare shopping per le vie del centro.

Così Lo Piccolo incaricava un suo soldato. Tonino Lo Brano partiva dallo Zen, il quartiere popolare alla periferia della città, diretto verso il centro: in tasca aveva migliaia di euro, entrava nei migliori negozi e comprava giacche, pantaloni, camicie.

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