Milano - C'è un filo rosso che unisce inesorabilmente le vicende giudiziari del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il compattamento del centrosinistra italiano. In prima persona o solo per traverso, continua apparire Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Partito democratico, patron del gruppo L'Espresso e acerrimo nemico del Cavaliere. Lo spartiacque potrebbe essere proprio la sentenza di secondo grado nella causa civile d’appello per il Lodo Mondadori, nell’ambito della quale i giudici sono entrati in camera di consiglio dalla seconda metà di febbraio e che era prevista per questa settimana, ma che è slittata tra il primo e il quindici luglio. "Se i giudici mi condanneranno dovrò pagare 2500 miliardi (di lire, ndr.) - avrebbe detto Berlusconi confidandosi questa mattina con alcuni amici - ma dove trovo i soldi?".
Nel 2009, in primo grado, Fininvest era stata condannata a pagare circa 750 milioni di euro in favore della Cir come risarcimento danni causato da corruzione giudiziaria nell’iter che si era concluso con il lodo che aveva sancito il controllo della Fininvest su Mondadori. La perizia tecnica disposta dal Tribunale in appello, depositata a settembre, ritiene invece che l’indennizzo - tenuto conto di alcune variabili - vada ridotto del 35-41 per cento. Era stato Giuliano Pisapia a calcolare, in qualità di avvocato dell'Ingegnere, in modo puntiglioso i danni materiali che De Benedetti ricevette della sentenza Metta. Il conto presentato da Pisapia era un miliardo e mezzo di euro, poi ridotto - appunto - a 750 milioni.
Sono passati due anni da quella sentenza. Molto è cambiato nel panorama politico italiano. Qualcosa di è mosso. La sinistra parla di un nuovo vento che ha portato l'avvocato Pisapia a sconfiggere Letizia Moratti e a diventare sindaco di Milano e che ha portato il 57 per cento degli italiani a partecipare alla consultazione referendaria su ritorno al nucleare, privatizzazione dell'acqua e legittimo impedimento. Ma questa ventata d'aria nuova puzza già di vecchio. Basta dare un'occhiata alla nuova Giunta meneghina per capire che si tratta di un ritorno al passato: l'esclusione delle frange radicali, l'imposizione dell'ex Dc Bruno Tabacci al Bilancio da parte dei poteri forti, l'annientamento del piddì Stefano Boeri dimostrano che il vero interesse sta nell partecipate che dovranno essere privatizzate. Un bottino che fa gola a molti e che i poteri forti non vogliono che finisca in mano alle cooperative rosse.
Straparlando dell'Italia di "Pisapippa", è stato Beppe Grillo a far intendere che dietro al neosindaco di Milano ci sarebbe proprio l'ingegnere. Per questo, a detta del comico genovese, il Movimento 5 Stelle di è rifiutato di dare l'appoggio a Pisapia ai ballottaggi. Ce l'ha fatta comuque. E Grillo è andato su tutte le furie. In realtà, altre voci di corridorio indicano nell'Ingegnere il grande benefattore che ha pagato parte della campagna elettorale del centrosinistra a Milano, con interventi forse provvidenziali dopo il primo turno.
E delle disponibilità economiche di De Benedetti si torna anche a parlare nel contrastato futuro de La7. Sull'emittente di Enrico Mentana, che in queste settimane sta facendo shopping alla Rai, ne sono state dette molte. Le casse vuote della Telecom sembrerebbero spingere i soci a vendere. Un'acquisizione che farebbe gola a molti. A contendersela sembra ci siano il gruppo del Corriere della Sera e il gruppo L'Espresso.
Non è certo un mistero che De Benedetti sogni, dopo i flop di Repubblica Tv e di Rete A, una emittente tutta sua. Per che cosa? Per affari, naturalmente. ma non solo: la Repubblica si vanta di essere un giornale-partito. E la7 con De Benedetti, tessera numero uno del Partito democratico, rischia di diventare una tv-partito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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