Cernobbio - Le banche italiane hanno aperto tutte le porte alle piccole e medie imprese, presentando loro una via spianata e semplice, con un intervento, quello della moratoria che non ha precedenti, non solo in Italia. Ora si attende che le imprese ne facciano ricorso, ma il problema è che al momento la domanda di credito non decolla. E’ il messaggio dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, lanciato dal suo presidente, Corrado Faissola, in occasione della seconda giornata del Workshop Ambrosetti a Cernobbio. Faissola risponde quindi con i numeri delle adesioni alla moratoria da parte delle banche, alle provocazioni di Confindustria che, per voce del suo presidente Emma Marcegaglia, ha mostrato dubbi sull’effettiva efficacia dell’operazione.
L’accordo tra Abi, Confindustria e ministero dell’Economia, che consiste nello spostamento di un anno del
rimborso delle quote di capitale di mutui e finanziamenti a medio e lungo termine, "è l’intervento più incisivo e di
più largo impatto sull’attività delle imprese che mai sia stato realizzato non solo in Italia", ha esordito nella
conferenza stampa Faissola, aggiornando i numero delle adesioni "a ieri sera: 28.000 sportelli bancari, pari
all’82,5%, appartenenti a 269 banche, numero, quest’ultimo, destinato a crescere".
30-50 MILIARDI DI MINORI FLUSSI Un impegno per le banche calcolato in circa 30/50 miliardi di minori
flussi. Fondi che le banche andranno ad approvvigionarsi in altro modo, sul mercato o nelle operazione con la
Bce, ha aggiunto.
Faissola ha però sottolineato che diversa è la situazione dalla parte delle imprese e della loro domanda di
credito, che, vista la situazione di crisi, "non è decollata". Così come le imprese mostrano di non utilizzare a
pieno i loro impianti progettando nuovi investimenti, allo stesso non hanno interesse a domandare credito, ha
detto.
"Le banche italiane hanno reagito molto bene all’esigenza di non tagliare l’ossigeno alle imprese - ha
continuato - in Italia il credit crunch non c’è stato e non c’è".
In una situazione in cui il Pil è sceso, l’export è crollato, la produzione industriale è caduta "i dati mostrano che
il credito alle imprese è invece continuato a crescere" dice ancora Faissola.
Di tutte le piccole e medie imprese italiane, Faissola stima che circa un 20-25% non abbia grosse esigenze di
credito grazie alle loro buone politiche finanziarie e solo un 10/15% può mostrare situazioni per cui possa
effettivamente rischioso dare credito. "Per il restante circa 60% la valutazione del dell’operazione di
finanziamento va fatta dalla singola banca ma sono convinto che, di questo, almeno il 58% venga soddisfatto".
A SOSTEGNO DI PMI ANCHE ACCORDI CON CDP E BEI L’Abi ricorda che altre iniziative sono state
avviate per sostenere le piccole e medie imprese.
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