«Laboratorio Genova» per far nascere un nuovo centrodestra

(...) «Quella di non aver indicato nessun nome è davvero stata una fortuna - tira un sospiro di sollievo il deputato Pdl Sandro Biasotti -. Se ci fossimo mossi prima ora saremmo qui a mangiarci le mani. Invece, siamo qui ad impostare un lavoro tutto nuovo che potrebbe portarci al risultato storico che tutti auspichiamo». L’ex presidente della Regione spiega come da lunedì mattina il suo cellulare sia tornato bollente, con molte persone della società civile e del mondo imprenditoriale che tornano ad interrogarsi sul futuro della città: «La vittoria di Doria preoccupa: non per la sua persona, ma per quelle che lo circondano e per le idee radicali da cui non può prescindere. Le carte in tavola vanno cambiate» spiega l’onorevole che vorrebbe un «Biasotti di dieci anni fa, die esperienza e successo, che in due mesi sarebbe in grado di convincere i genovesi».
Come arrivare, però, ad indicare un candidato? Perché il tema comincia a creare nuove divisioni nel Popolo della Libertà con una parte del partito ligure che torna a pensare alle primarie dopo le dichiarazioni di Claudio Scajola che aveva auspicato consultazioni aperte per indicare una vera alternativa: «Se schieriamo un candidato di bandiera la sconfitta è certa - spiega l’ex ministro -. Il Popolo della Libertà a livello cittadino ha dati sondaggistici molto deboli, bisogna che i partiti facciano un passo indietro». Parole che hanno appassionato il vice coordinatore metropolitano del Pdl Gianni Plinio: «O si riescono a cementare celermente valide alleanze individuando una candidatura condivisa e altamente competitiva - appunta Plinio - oppure si consenta alla base di scegliere liberamente chi guiderà lo schieramento alternativo a quello dell’ultracomunista Marco Doria». Primarie aperte da tenersi la prima settimana di marzo con più candidati «autonomi» secondo gli scajoliani, «ma se cerchiamo un indipendente pensate che voglia misurarsi con delle primarie?» chiude, invece, ogni possibilità Biasotti. Intanto, dal coordinamento metropolitano del partito berlusconiano Gianni Barci e Antonio Oppicelli rivolgono un appello per trovare un’intesa su programmi e candidato: «A tutte le forze politiche responsabili, pronte ad un impegno leale e di lungo respiro ma soprattutto autenticamente alternative alla sinistra estrema». Secondo il coordinatore cittadino e il suo vicario le prospettive di Genova con Doria sindaco sarebbero «più cupe che mai».
Fin qui le strategie del Pdl che in settimana cercherà di intavolare una discussione con Udc e Terzo Polo, senza escludere a priori la Lega Nord, per trovare un’intesa su un’unica candidatura. Pier Ferdinando Casini nei prossimi giorni riceverà a Roma il segretario regionale Rosario Monteleone: dalla Capitale l’idea di un laboratorio dei moderati con un’alleanza tra Pdl e Terzo Polo sembra piacere. Anche perché Genova sarà il test elettorale più importante del 2012. Ma a livello locale si pensa ancora ad una candidatura autonoma. «Sarà una grande sorpresa» si è limitato a dire ieri il segretario regionale centrista tracciando anche l’identikit del personaggio: «Si tratta di una persona con una grande professionalità, con competenza politica e umile» sottolineando che sarà alternativo sia a Marco Doria sia ad Enrico Musso.
Ma con chi Pdl e Udc starebbero ragionando per la corsa a Tursi? Si gioca su più tavoli e le trattative coinvolgerebbero due nomi già emersi nei mesi scorsi. Da una parte il presidente di Costa Edutainment Beppe Costa, dall’altra la presidente di Spediporto Roberta Oliaro. Ma il nome più caldo che potrebbe far sedere intorno allo stesso tavolo Popolo della Libertà e Terzo Polo è quello di Lorenzo Cuocolo, trentacinquenne docente universitario di Diritto pubblico comparato alla Bocconi di Milano e attuale presidente regionale di Italia Futura che potrebbe corrispondere proprio al profilo tratteggiato ieri da Monteleone.

Ieri sera, intervistato da Radio Babboleo News, Cuocolo ha dato la sua disponibilità a mettersi al servizio della città: «Non è il momento dei personalismi, bisogna formare un’alternativa moderata ed è necessario che si formi una squadra dove ognuno metta a disposizione le proprie competenze - ha dichiarato il professore -. Io sarei pronto a dare il mio contributo».

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