LABORATORIO GENOVA

Confesso che, ogni volta che sento parlare di larghe intese, mi viene il mal di pancia e mi metto le mani nei capelli. Fosse per me, sarei sempre per un’opposizione (o un governo), dura e pura, senza compromessi, la migliore delle opposizioni (o dei governi) possibili.
Poi, però, passo dal mondo dei sogni dal Candido di Voltaire applicato alla politica, al mondo reale. E vedo numeri, percentuali, seggi, realismo. Da cui emerge che non siamo nel migliore dei mondi possibili, ma in un mondo in cui bisogna far politica. Cosa che molti, nella Casa delle libertà genovese - giocando ad escludere anzichè ad includere, come ha saputo fare la disunitissima Unione - non sembrano capire. E allora le larghe intese possono diventare cosa buona e giusta.
Mi spiego. Tutti noi vorremmo che i candidati della Casa delle libertà al Comune e alla Provincia di Genova (ma anche a quelle della Spezia e di tutti gli altri Comuni in cui si voterà la primavera prossima, se è per quello) vincessero in carrozza. Che lo spirito del buon voto scendesse nottetempo sulla città, illuminasse i genovesi e il centrodestra avesse l’80, il 90 e - perchè no? - il 100 per cento dei voti. Visto il lavoro delle amministrazioni di centrosinistra di Comune, Provincia e Regione, ce ne sarebbero tutte le condizioni. In molte altre parti del mondo civile, città rosse comprese, questo sarebbe l’esito ovvio e naturale di un modo di governare simile.
A Genova, no. Noi vorremmo che vincessero in carrozza, ma se non si ragiona, si rischia che perdano in malo modo, come è accaduto spesso, anche cinque anni fa, anche al di là dell’impegno dei candidati. E, proprio per questo, da queste colonne, stiamo lanciando una serie di proposte per cercare almeno di provare a vincere: prima, abbiamo pensato alla candidatura a sindaco di Franco Henriquet, ma il professore-santo ci ha spiegato che preferisce continuare ad occuparsi dei suoi malati e dell’associazione Gigi Ghirotti; poi, abbiamo pensato all’opportunità che i partiti della Casa rinuncino ai simboli, che a Genova città rischiano di non essere un valore aggiunto; infine, abbiamo lanciato la candidatura di Sandro Biasotti, fuoriclasse per vincere in Provincia. Tutte idee, ovviamente, non concordate con i diretti interessati, ma tutti contributi per provare a vincere.

Non pretendiamo di avere ricette salvifiche, vogliamo umilmente aiutare.
E, a proposito di aiutare, fatte tutte queste premesse, credo che l’intervista di oggi del coordinatore azzurro Enrico Nan alla nostra Paola Setti dica una cosa (...)

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