Laburisti entusiasti per il «nuovo ordine» di Brown

da Londra

«Il vantaggio di essere entrato a Downing Street? Poter andare al lavoro a piedi». Il primo discorso da premier di Gordon Brown di fronte alla platea del Congresso laburista comincia con una battuta, il segno del cambio di marcia dell'ex ministro dell'Economia, un tempo considerato burbero e troppo serioso dai suoi stessi sostenitori. Un'ironia che è anche il segno dell'atmosfera rilassata che si respira a Bournemouth, sud di Londra, dove Brown ha parlato ieri a oltre ottomila membri del partito, forte dei sondaggi a lui pienamente favorevoli (otto punti percentuali di vantaggio sui conservatori secondo il Sun) e forte del sostegno della platea, che dopo dieci anni di attesa gli ha tributato decine di applausi e la standing ovation finale, un tempo riservata a Tony Blair.
Con il fantasma dell'ex premier lontano migliaia di chilometri a causa dei suoi nuovi impegni internazionali, Brown ha calcato la scena disinvolto, ha esordito ricordando la sfida del terrorismo che ha colpito nuovamente la Gran Bretagna lo scorso giugno, il coraggio degli agenti che hanno disinnescato le bombe a Londra, di chi ha fermato i terroristi in azione a Glasgow, e ha sottolineato l'impegno di chi ha affrontato le inondazioni dell'estate.
Insomma, il premier ha esaltato l'orgoglio dei suoi cittadini, ha insistito sul tema dell'unità del Paese, con una promessa: «Credo nei valori britannici e mi batterò per questi valori e per un Paese forte». Nessun accenno alle elezioni anticipate, che il primo ministro potrebbe annunciare a inizio novembre, e che alcuni parlamentari laburisti ieri, a gran voce, gli hanno chiesto di indire. E nessuna stoccata all'opposizione e al suo leader, David Cameron. Piuttosto, riforme, riforme, riforme, su tre questioni fondamentali: sanità, istruzione e criminalità.
Brown ha toccato le corde emotive della platea, ha usato parole toccanti, focalizzando tutto sulla nuova società delle «opportunità» che intende creare nei prossimi anni di governo, nella «nuova decade laburista» che il ministro degli Esteri, David Milliband (il cui intervento sulla politica estera inglese è previsto per oggi) ha paventato domenica in un’intervista all'Observer.
Così il primo ministro promette nuove possibilità per tutti i «talenti» del Paese, istruzione gratuita dai 3 ai 18 anni (oggi è dai 5 ai 16), un sistema sanitario efficiente che garantisca pulizia all'interno degli ospedali, un ckeck-up regolare a ogni cittadino inglese adulto e un trattamento urgente per qualsiasi donna con un sospetto cancro al seno. Un tema, quello della Sanità, che ha toccato Brown personalmente - come lui stesso ha ricordato - quando da ragazzino ha rischiato di perdere la vista a causa di un incidente.
In primo piano anche la criminalità: «Combatterò il proliferare di armi e pistole nelle nostre strade con l'introduzione dei poteri di «fermo e perquisizione», il carcere fino a cinque anni per chi detiene armi illegalmente e l'espulsione immediata degli stranieri condannati per traffico di droga o uso di armi», ha detto il premier.
Brown ha sfiorato ogni tema interno scottante, compresa la questione dell'inquinamento («costruiremo nuove città interamente eco-compatibili»), l'abuso di alcol tra i giovani. In politica estera particolare attenzione al Darfur e ad Al Qaida che «non avrà alcun porto sicuro nel mondo».

Gli elettori aspettano che sciolga la riserva sulle elezioni anticipate, ma intanto il premier si è già guadagnato l'appoggio di molti leader sindacali, che hanno definito il suo discorso «uno dei più incisivi degli ultimi anni».

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