Le lacrime delle vittime «Non abbiamo soldi nemmeno per morire»

Le lacrime delle vittime «Non abbiamo soldi nemmeno per morire»

Jerry Cutter ha 80 anni e fino allo scorso dicembre era un felice pensionato a Longmont Colorado. Il tipico esempio di quella che viene definita la classe media americana. Ex ingegnere petrolifero, per 40 anni ha accumulato i risparmi in un fondo pensione. Ora trascorre otto ore al giorno dietro il bancone della macelleria del supermercato sotto casa per la bellezza di 8,64 dollari all’ora. Lordi. Ha venduto l’auto, viaggia solo in autobus e sta considerando di cedere anche la casa dove vive da sempre. «Mi fa male la gamba, non so per quanto resisterò. Ma non ho alternative. Devo resistere, devo lottare». O morire. In piedi. Perché Jerry non ha più un dollaro. Tutti i suoi risparmi erano investiti nei fondi di Madoff.
E la sua non è affatto un’eccezione. Quando, l’11 dicembre 2008, fu scoperta la più grande truffa della storia, i media scrissero che a subire le perdite più ingenti erano stati i Vip di Hollywood e dell’alta società newyorkese, spesso di origine ebraica, come il regista Steven Spielberg, l’attore John Malkovich, il giornalista della Cnn Larry King. Vero, anzi falso. I Vip hanno perso tanto, ma non tutto; mentre centinaia, migliaia di americani sono sul lastrico. Funzionari pubblici, infermieri, dirigenti, negozianti sono passati dall’illusione della ricchezza alla certezza della povertà.
Dieci di loro sono stati ammessi nell’aula del Tribunale di New York e hanno urlato in faccia a Madoff la propria disperazione. Gli altri hanno descritto le proprie storie in un documento e lo hanno inviato al Tribunale di New York. Centoquaranta pagine di lacrime.
«Ho detto a mio padre 89enne che non può morire perché non abbiamo nemmeno i soldi per il funerale», scrive un sessantenne di New York. «Ventun anni fa mi marito affidò tutti i suoi risparmi a Madoff. Dopo poche settimane morì. Chiesi e ottenni di essere ricevuta dall’uomo da cui dipendeva il mio avvenire - si sfoga Norma Hill -. Mi mise una mano sulle spalle e mi disse di dormire tranquilla, assicurandomi che i miei soldi erano al sicuro. Sembrava una persona tanto perbene, genuina, sensibile».
Non poteva sapere, non poteva immaginare. Madoff era l’ex presidente del Nasdaq, era il finanziere che ogni anno devolveva ogni milione di dollari a enti caritatevoli, per lo più israeliani, era il consulente delle star. E aveva imparato che nell’era della comunicazione basta l’immagine per ingannare la gente. Mente diabolica, attore sublime. Aveva l’aspetto di un cockerone con quelle guance lunghe, il sorriso bonario, lo sguardo rassicurante, la camminata ciondolante. Sempre pronto alla battuta e una stretta di mano. Il bene in persona.
«Ho 86 anni, un ginocchio rotto, il cancro alla lingua e ora, grazie a lui, sono in bancarotta», ironizza un veterano della Guerra di Corea, che ha dovuto vendere la casa e da qualche mese vive in una stanza nella casa della figlia. Ogni settimana ritira i voucher alimentari distribuiti dal governo americano agli indigenti. «Ho servito la patria con onestà, ho sempre pagato le tasse. Non meritavo di finire così».
Non sono soltanto gli anziani a soffrire. «Tre anni fa siamo andati da Madoff a New York e lo abbiamo ringraziato per la sua bravura nel far fruttare i nostri investimenti - ricordano i coniugi Baird -. A nostra figlia sedicenne abbiamo detto: grazie a questo signore potremo mandarti nelle migliori università» che in America costano una fortuna. Maledetto quel giorno. La loro figlia non studia più e ora lavora in un McDonald’s.
Non c’è futuro per chi ha creduto in Madoff. «Quell’uomo ha fatto di tutto per proteggere se stesso e la propria famiglia - denuncia la quarantenne Caren Low - mentre ho perso quasi tutto quello che avevo per proteggere la mia. Mi sforzo di mostrarmi serena e sorridente quando sono con mia figlia di dieci anni. Non voglio trasmetterle il mio stato d’animo, ma ormai vivo nell’angoscia.

Chi gli ha dato il diritto di farci tutto questo?».
Invocava giustizia, Caren. Ieri l’ha ottenuta. Centocinquant’anni di carcere. Una sentenza esemplare. Ma i soldi non torneranno più. Chi ha dato ha dato. In America.

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