(...) di Lazio, Inter, Juventus e Milan, nellordine Claudio Lotito, Massimo Moratti, Giovanni Cobolli Gigli e Adriano Galliani, questultimo bersagliato dai fischi e dalle bottigliette dacqua di alcuni ultras. Ci sono soprattutto i tifosi, che anche ieri sono accorsi a migliaia per «lultimo giro di campo» del presidente da loro più amato: tutti rigorosamente con le magliette giallorosse, i cappellini in testa e il desiderio di stringersi intorno alla famiglia.
«Mi avete davvero commossa», dirà Maria Sensi, la moglie di Franco, per ringraziare la platea e quanti lhanno aiutata a superare un momento così difficile, senza tralasciare una dedica particolare per Vittorio, il fedele autista al servizio del marito per oltre quarantanni. A farsi portavoce dei sentimenti dei giocatori ci ha pensato invece Vincenzo Montella, che nel corso del funerale ha letto una lettera scritta assieme ai compagni: «La nostra forza - ha sibilato lattaccante, chiaramente emozionato - sarà lunione e faremo in modo di farti sorridere ovunque sarai. Nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito». Quella passione che solo un «secondo padre» è in grado di dare. E in tanti, tra gli atleti che in questi anni si sono accasati a Trigoria, Franco Sensi lhanno visto esattamente così.
Il sindaco Gianni Alemanno, alluscita della cerimonia, si è detto colpito proprio dal calore dimostrato dalla gente: «Tutta Roma si è stretta attorno a questo grandissimo uomo. In Campidoglio sono venute persone di ogni quartiere, di ogni estrazione sociale per riconoscere questa grandissima umanità che va oltre lo sport». E in merito al progetto della costruzione di uno stadio per onorare la memoria del presidente del terzo scudetto giallorosso, il primo cittadino ha aggiunto: «Se ci riusciremo sarà il modo migliore per ricordare Franco Sensi». Anche Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha partecipato alla funzione insieme con il tecnico biancoceleste Delio Rossi, ha voluto omaggiare la figura di Sensi, dipingendolo come «un uomo che ha parlato con il linguaggio della semplicità e dellumanità direttamente alla gente e che rappresenta il mondo del calcio». Di qui linvito a «recuperare i valori dello sport, non come nemici ma come avversari e amici nella vita quotidiana».
Tra i momenti più toccanti della celebrazione, senzaltro quello in cui monsignor Francesco Gioia ha invitato i presenti a scambiarsi un segno di pace. Un gesto che in piazza è stato accolto con favore da tutti, creando una vera e propria ondata di affetto condiviso, che ha toccato il suo apice alluscita del feretro.
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