Ai morti vanno sempre le cose peggiori, diceva il poeta Archiloco. Vale anche nel caso in cui il morto sia una star. Sulle ceneri di Amy Winehouse sta piovendo un’infinita attenzione mediatica, e molti di quelli che hanno scavato, con gusto, negli eccessi della giovane cantante adesso piangono lacrime di coccodrillo. Ed ecco allora il peggio a cui i giornalisti contribuiscono ampiamente: niente difesa d’ufficio della categoria. C’è però chi ci marcia. Lady Gaga, super star super pop che trasforma in visibilità ogni cosa, ha così chiosato la morte della collega (ai microfoni di una radio di Omaha): «Non uccidete la diva, non rubatele l’anima». Insomma ha spiegato che i fan e la stampa cattiva mettono sugli artisti un peso enorme e indicibile invece di «prendersi cura della loro anima».
Beh, grazie no. Le cose non vanno proprio così e Lady Gaga lo sa bene, se no salirebbe sul palco facendosi ancora chiamare Stefani Germanotta. E non avrebbe scritto una canzone come Paparazzi, non passerebbe il tempo a farsi fotografare mentre fa i giochini pornacchietti con la stripper Lady Starlight o ad uscire da un uovo truccata da aliena, oppure a far circolare voci sulle sue presunte relazioni lesbo (tra le quali è accreditata Angelina Jolie). Quanto al mito della bella talentuosa e dannata tutto sesso e cocaina ci ha ampiamente giocato anche lei. E sono giochi con cui non è difficile farsi male... La stampa ci marcia, lo showbiz ci marcia, i fan pure. Ma insomma, far finta che il cantante in questo gioco sia solo una vittima proprio non si può... Che l’eccesso non venga utilizzato, dai tempi di Jim Morrison o addirittura di Elvis, come la via più facile per alimentare il mito e le vendite, o come strumento di auto promozione è ridicolo. Anzi, tanto di cappello -lo scrivente si rifiuta di accendere la macchina se dal cd non escono le note di Alejandro- Lady Gaga è stata geniale nel trasformarsi in icona pop e maledetta, una novella Maria Maddalena senza conversione (vedasi il video della canzone Judas) che gode nel farsi lapidare per le sue colpe vere, presunte e costruite ad arte. La Winehouse purtroppo forse recitava meno la parte (anche se non c’è ancora chiarezza sulla sua morte) e qualcuno avrebbe dovuto staccare la spina allo show... Ma sarebbe servito? Era in qualche modo possibile? È molto facile che chi sale sul palco abbia una gran voglia di vendere tonnellate di dischi, costi quel che costi...
Allora forse vale la pena ricordare le belle canzoni e stare zitti di fronte alla morte, degli altri.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.