
Con questo tipo di concerto tutti danno i numeri, nel senso che ognuno fornisce le cifre che gli fanno comodo. Ingresso libero. Spazi enormi. In ogni caso sabato sera Lady Gaga a Copacabana ha portato in riva al mare oltre 1,6 milioni di spettatori, che sono 2,1 milioni per gli organizzatori, 2 milioni per altri e così via. Si tratta comunque di una quantità sterminata di pubblico che è arrivato da ogni parte del Brasile, visto che Lady Gaga non si esibiva lì dal 2012, ma anche dell'America perché questi sono «eventi calamita» che attirano fan, curiosi e turisti e rendono appieno lo spirito della musica popolare. Tutti insieme al ritmo della stessa canzone. Tutti a ballare, cantare, applaudire. Il sincronismo del pop è una delle poche occasioni nelle quali la realtà frammentata nella quale si vive, frastagliata da milioni di micro e macro influenze che creano minuscoli poli di attenzione, riesce a compattarsi per una platea gigantesca. Infatti Lady Gaga sul palco ha detto che «abbiamo fatto la storia» alla fine di uno show diviso in quattro atti con Bad romance alla fine. Inizio in abito rosso con Bloody Mary e Abacadabra, tanti cambi d'abito e picchi emotivi, almeno a giudicare dai commenti social, su Die with a smile e Born this way, che è un brano manifesto accolto da boati che andavano ben oltre la musica (è uno degli inni della comunità Lgbtq+, non a caso è stato sventato un possibile attentato e arrestate due persone di un gruppo anti Lgbtq). Ma i picchi sono stati anche in cassa, visto che l'indotto stimato si aggira intorno ai cento milioni di dollari In poche parole, una meravigliosa operazione commerciale che ha senza dubbio battuto economicamente non solo quella dell'anno scorso di Madonna (1,5 milioni di spettatori ma un indotto inferiore del 30 per cento) ma anche quella di Rod Stewart del 1994, che comunque detiene il record di spettatori, ossia 4 milioni (sempre stimati).
Chiaro che ora sia nata una tendenza, quella dei megaeventi in luoghi straordinari e difatti il sindaco di Rio de Janeiro ha già invitato gli U2 per esibirsi nel 2026. Va bene la musica, ma gli affari suonano sempre meglio.
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