Roma

Lagarrigue esplora il volto umano

Fedora Franzè

Come un artista giovane e legato, inesorabilmente, all’immagine digitale può riscattare quest’ultima alla pittura? Oltre la densità della materia colorata, oltre il gusto della pennellata che riformula l’idea visiva e ciascuna sua parte, Jèrome Lagarrigue trova una radice comune alla fantasia e alla tecnologia che ovunque la veicola: protagonista della porzione d’esposizione dedicata da Villa Medici all’artista parigino (dal titolo Paesaggio del viso), è la geografia del volto o del corpo, percorsa da sempre dagli artisti con il compiacimento di viaggiarci dentro: con attenzione estrema al particolare nei fiamminghi; con la magia di chi sa incarnare il mistero della natura nel tratto attraverso una resa atmosferica, come in Leonardo; con la sensualità tattile che rende la pelle di seta o di lana ruvida come il tessuto, in certa pittura francese del Settecento. Con la pop-art e il suo guru del ritratto, Andy Warhol, il volto diventa un omaggio alla notorietà. In questo caso Lagarrigue mantiene la scomposizione in tasselli, che si assemblano sul bianco della tela a volte visibile e gocciolata di resti di colore, a denunciare la matrice fotografica e «l’impronta» digitale nei leggeri scarti tra le parti, ma torna al volto anonimo, alla personalità privata. La elabora con un lavoro di pittura consistente, in cui i volumi sono costruiti dal corpo del colore. Perché di qualsiasi strumento, anche della tecnologia, si fa un uso personale e qui la dilatazione della misura (i quadri sono di grande formato) consente il gioco della piccola deformazione, libera dal rischio di un'operazione documentaria. Per vedere qualcosa di più di ciò che si imprime allo sguardo a volte occorre un filtro, un elemento terzo, una distanza: l’elaborazione al computer di una fotografia, l’amplificazione della sua natura frammentaria. L’artista trova lì il punto d’incontro tra sé e il suo oggetto d’attenzione.
Assieme a Lagarrigue espongono Xavier Noiret Thomé (Quasi una rivoluzione), con opere di pittura, collage, scultura di sapore neodada, Sébastien Pignon e Mauro Luperchi con dipinti, installazioni e video. Fino a domenica. Villa Medici Viale Trinità dei Monti 1 Orari: 11-19.

Ingresso: 5 euro, ridotto 3,50.

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