Dal lago un altro giallo Giovane strangolata e poi gettata in acqua

Iseo, sotto torchio, in caserma, il marito. Che nega ogni responsabilità ma ammette: «Litigavamo spesso»

da Brescia

L’hanno trovata ieri mattina in due metri d’acqua, poco distante dalla riva bresciana del Sebino, lago profondo e oscuro che dicono infido. Ma Agnese Schioppetti, 27 anni, madre di un bimbo piccolo non è annegata, quasi certamente è stata picchiata e uccisa prima di finire nel lago d’Iseo a quattro metri da un chiosco che vende pesce appena pescato e subito fritto.
Lui, Davide Somacchi, il marito, ha un anno più di lei, 28, e ieri sera è rimasto per ore nella caserma dei carabinieri di Iseo, sotto il torchio degli investigatori. Ufficialmente convocato come persona informata sui fatti, in realtà è l’indiziato numero uno, e per ora l’unico, per la morte di Agnese. Solo indiziato, visto che il cuoco originario di Rho (Milano) non ha ammesso nulla, dicendosi del tutto estraneo a ogni coinvolgimento. Ha ammesso solo che «sì, è vero, ultimamente il rapporto con Agnese era teso. Litigavamo spesso».
Avevano avuto una discussione anche la sera prima del ritrovamento del cadavere, ha spiegato il cuoco con i capelli a spazzola e attualmente senza lavoro e cassintegrato. Ma in giro a Ospitaletto dove abitano un appartamento in un residence che è un ex convento ben ristrutturato, sussurrano che tra i due il matrimonio fosse al capolinea e la separazione solo una questione di giorni.
Ma Davide nega, nega tutto.
Eppure il corpo di Agnese, minuta cameriera, difficilmente in quei due metri d’acqua c’è finito da solo. Verso l’ipotesi dell’omicidio convergono almeno due indizi: i segni profondi sul collo della donna e in altre parti del corpo che fanno pensare a percosse e un pezzo di stoffa stretto tra i denti. Strangolata dopo una lotta, nella quale è riuscita a strappare un lembo di camicia o a lacerare qualche indumento del suo assassino? È la prima domanda che si sono posti i sommozzatori che ieri mattina, attorno alle 11, hanno ripescato il cadavere, avvistato durante un’operazione di pulitura dei fondali. Ed è lo stesso interrogativo che, se avrà una risposta, condurrà probabilmente a svelare il nome dell’omicida.
Il marito Davide ripete di non sapere nulla. Ammette la storia dei litigi, e in particolare di uno scoppiato la sera di sabato. Forse il colpo mortale al matrimonio traballante?
L’unica cosa certa è che Agnese la mattina dopo a casa non si è più vista. È stato proprio lui, il marito a dare l’allarme, presentandosi ai carabinieri e facendo denuncia di scomparsa. Non immaginando che, praticamente in contemporanea, sul lago d’Iseo, venti chilometri più a ovest, i sommozzatori stavano già estraendo dall’acqua il corpo della donna, tra la riva di Marone e la statale che corre verso la Valcamonica.
Agnese ora è all’obitorio dell’ospedale d’Iseo; Davide forse tornerà stamattina per essere nuovamente sentito in caserma. E il figlioletto di 17 mesi? Già, perché la coppia ha anche un figlio, nato da poco. Un bambino che ieri dopo la scoperta del corpo della mamma, è stato affidato a una zia materna.

Molti nodi investigativi probabilmente si scioglieranno con l’autopsia: i lividi, le cause della morte, l’orario. Altri con altri esami, su quel lembo di stoffa, per esempio, tenuto così stretto che neppure le onde del lago d’Iseo sono riuscite a strappare al morso disperato di Agnese.

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