L'allarme di Mancino: sovraffollamento carceri

"Misure urgenti contro l'attuale situazione di disagio dovuta al grave sovraffollamento" è questo il monito del vice presidente del Csm Nicola Mancino che ha sottolineato "il diritto alla salute" della popolazione carceraria 

L'allarme di Mancino: sovraffollamento carceri

Roma - "La rapida adozione di misure di adeguamento di carattere logistico che, in attesa di soluzioni organiche, possano attenuare l’attuale situazione di disagio dovuta al sovraffollamento delle carceri" è stata auspicata dal vice presidente del Csm Nicola Mancino che ha portato il suo saluto alla riunione del Coordinamento Nazionale dei Magistrati di sorveglianza tenutasi nella Sala Conferenze del Consiglio Superiore della Magistratura.

"Grave sovraffollamento" Dopo aver richiamato i principi costituzionali che presiedono all’esecuzione della pena - funzione rieducativa, garanzia dell’inviolabilità personale anche nei confronti di chi è sottoposto a legittime restrizioni della libertà, divieto di trattamenti contrari al senso di umanità - il Vice Presidente del CSM ha sostenuto che "in tale prospettiva risulta ancora più evidente la gravità dell’attuale sovraffollamento delle carceri, che, di fatto, si traduce in un ostacolo all’attuazione del percorso rieducativo dei detenuti e, più in generale, alla realizzazione dei loro diritti fondamentali e, segnatamente, del diritto alla salute".

Nuove infrastrutture penitenziarie
Mancino ha quindi richiamato il programma di interventi necessari per conseguire la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie e l’aumento della capienza di quelle esistenti presentato recentemente dal Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e ha sostenuto che "nell’attesa dell’adeguamento delle strutture detentive, rimane alto l’impegno per assicurare la piena attuazione della normativa vigente anche in tema di misure premiali e di regime di detenzione differenziato previsto dalla legge sull’ordinamento penitenziario".

Il pacchetto sicurezza Soffermandosi infine sull’applicazione dell’art.

41 bis dell’ordinamento che prevede l’adozione di un regime carcerario più duro in funzione di una più efficace lotta alla criminalità organizzata, il Vice Presidente del CSM ha ricordato la delibera del 10 giugno scorso approvata dal Consiglio che, pur esprimendo parere favorevole alle norme del "pacchetto sicurezza" in tema di regime carcerario duro, ha evidenziato l’obbligo di "dare attuazione ai principi affermati dalla Corte Costituzionale e, dunque, a consentire che il regime in oggetto venga applicato conformemente alla Costituzione".

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