In trent'anni l'Alligatore di Massimo Carlotto è stato protagonista di 8 romanzi, una graphic novel e una serie televisiva. Con le sue peripezie ha attraversato i cambiamenti sociali, territoriali e criminali del Nord Est, luogo che dal suo creatore è stato analizzato e raccontato in maniera disincantata e studiato in maniera quasi biologica. I codici criminali di quelle zone si sono affinati e sono cresciuti di pari passo all'involuzione morale del territorio. Nuove mafie hanno portato nuovi business e l'incrocio fra criminalità e potere è evidente nelle storie scritte da Carlotto. Ad esequie avvenute (Einaudi) è un romanzo che non fa sconti, dove ci vengono raccontati i nuovi imprenditori che trafficano con le misteriose ed efficientissime banche cinesi ma anche la terribile tratta dalle donne gestita dalla mafia ucraina.
La prostituzione si è ormai legata all'immigrazione forzata clandestina e allo spaccio. E l'Alligatore e i suoi amici Beniamino Rossini e Max la Memoria sono sempre al servizio delle vittime. Il fatto di essere investigatori che di volta in volta vengono assoldati da avvocati e altre persone un po' maneggione non fa di loro individui comprabili. Il loro codice d'onore che li ha uniti in prigione li rende ancora più solidali fuori. Se potessero cercherebbero di vivere insieme in una cascina che sono riusciti a comprarsi nelle campagne, ma la vita comoda e tranquilla non fa per loro e la loro capacità di cacciarsi nei guai è innata. Marco Buratti, l'Alligatore, ha ripreso a esibirsi con il blues nei locali assieme al suo amico Camardi ma non se la sente ancora di affrontare un tour: ci sono ancora tanti conti da pagare aperti. E uno è quello con Giorgio Pellegrini, losco e irriducibile bastardo che a partire da Arrivederci amore, ciao è diventato anche lui uno dei beniamini della saga carlottiana. Sono proprio Pellegrini e Buratti, con due voci narranti molto differenti, a raccontare da due punti di vista diversissimi la partita che viene giocata pagina su pagina, senza risparmiare nulla al lettore. Le cicatrici dei protagonisti hanno segnato i loro percorsi e non si cancellano e il numero dei braccialetti che il vecchio bandito Beniamino Rossini indossa ai polsi aumenteranno con l'accrescersi dei nemici da lui eliminati.
Epitaffio, ballata di questa storia è una meravigliosa lirica del poeta Nino Pedretti che illumina la vita dei protagonisti: "Non lo saprà nessuno che abbiamo vissuto, che abbiamo toccato le strade coi piedi che andavano allegri, non lo saprà nessuno. Che abbiamo guardato il mare dai finestrini dei treni, che abbiamo respirato l'aria che si posa sulle sedie dei bar, non lo saprà nessuno. Siamo stati sulla terrazza della vita fintanto che sono arrivati gli altri". Max la Memoria, Beniamino e l'Alligatore sanno che per ridare memoria alla povera giovane moldava sulla cui morte indagano dovranno fare in modo che tutti sappiano cos'è successo e che i colpevoli confessino, dovranno fingersi emissari di un riscatto che sanno che non la libererà in nessun modo, dovranno ancora una volta misurarsi con quel male che toglie la giustizia dal mondo.
La forza di questi tre amici è che niente li può fermare, neanche i colpi d'arma da fuoco, perché sono uomini abituati ad essere feriti dalla vita e che sanno rialzarsi anche quando qualcosa di terribile li atterra. E Carlotto ancora una volta li accompagna nel loro percorso di sopravvivenza quotidiana.