Lampedusa in rivolta contro i maxi-sbarchi Onu: "Preoccupati"

Abitanti e clandestini in rivolta per uno sciopero generale indetto dal Comune. Fermati i camion che portavano gli immigrati nel nuovo centro. Onu: "Grave situazione umanitaria". Il sindaco dell'isola: "Non siamo un carcere a cielo aperto"

Lampedusa in rivolta 
contro i maxi-sbarchi 
Onu: "Preoccupati"

Lampedusa - La tensione davanti al Centro di prima accoglienza di Lampedusa è sfociata in alcuni scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti, che hanno impedito il passaggio di un’auto sulla quale viaggiava il prefetto Mario Morcone, il funzionario del Viminale che guida il Dipartimento immigrazione.

Gli scontri davanti al cpa Alcuni manifestanti, che fanno parte del comitato 'Sos isole Pelagie', sostengono di essere stati caricati dalla polizia. Tra le persone che sarebbero state spintonate anche una donna e un ragazzo, accompagnato alla Guardia Medica dal padre che ha preannunciato la presentazione di una denuncia. Questa versione è stata smentita dal questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, che sta coordinando sull’isola i servizi di ordine pubblico. «Non c’è stata alcuna carica", ha detto il funzionario. Dopo alcuni momenti di disordine, tuttavia, la situazione è tornata sotto controllo: accanto ai manifestanti c’era anche il sindaco, Bernardino De Rubeis, che ha sollecitato l’arrivo dei carabinieri al posto della polizia.

Anche i clandestini protestano Circa quattrocento immigrati, usciti dal centro di accoglienza di Lampedusa, si sono uniti alle proteste degli abitanti dell’isola contro la decisione del ministero di aprire sull’isola un centro di identificazione ed espulsione. Per tutta la giornata gli abitanti dell’isola si sono radunati attorno al centro per protestare e alcuni si sono pure arrampicati sui pendii adiacenti la struttura. I manifestanti in mattinata hanno impedito ad un autobus pieno di immigrati di raggiungere il porto per essere trasferiti ed il mezzo delle forze dell’ordine ha dovuto fare dietro front. "Gli immigrati sono fuori con noi - dice Salvatore Cappello di Sos Pelagie - e ci hanno detto che dentro li hanno trattati male, non li fanno mangiare e altre cose gravi". Cappello dice anche che "le tv presenti qui hanno ripreso tutto, vediamo se avranno il coraggio di mandarle in onda".

La preoccupazione dell'Onu Per l'Onu è "crescente la preoccupazione" per la situazione umanitaria dei quasi duemila immigrati, fra i quali molti richiedenti asilo, attualmente ospitati nel Centro di primo soccorso ed accoglienza di Lampedusa in condizioni di estremo sovraffollamento, dovuto alle nuove disposizioni del ministero dell’Interno. Pirkko Kourula, direttore dell’ufficio per l’Europa dell’Alto Commissariato, spiega che la situazione attuale è dovuta alle nuove regole introdotte dal ministero dell’Interno a inizio anno ed esortando il Governo a "fare tutto il necessario per risolvere la difficile situazione umanitaria". Il centro di accoglienza, spiega l’Unhcr, ha una capienza massima di 850 posti, spiega l’Unhcr in una nota, e non è in grado di ospitare un così alto numero di persone. Perciò centinaia di soggiornanti sono costretti a dormire all’addiaccio sotto teli di plastica come unico riparo. "In queste condizioni - sottolinea Kourula - non possono essere garantiti adeguati standard di accoglienza". "Il centro di Lampedusa - prosegue l’Unhcr - è stato realizzato per fornire alloggio temporaneo ai migranti e richiedenti asilo soccorsi in mare, in attesa del loro trasferimento presso appositi centri situati nel sud del Paese dove i loro casi venivano presi in esame. Fino ad ora, Lampedusa ha rappresentato un modello di accoglienza per la gestione responsabile dei flussi migratori misti". All’inizio di quest’anno, a seguito delle nuove disposizioni del Viminale, tale iter ha subìto delle modifiche in base alle quali tutti i migranti e i richiedenti asilo giunti sull’isola devono rimanervi in attesa che venga presa una decisione sui loro casi. Secondo l'Onu, il sovraffollamento che si è venuto a creare sta dando origine ad una "situazione umanitaria molto preoccupante che oltretutto ostacola il lavoro dell'Unhcr e delle altre organizzazioni che operano nel centro nel quadro di un progetto finanziato dal ministero dell'Interno e dalla Commissione Europea".

La polemica di Lombardo "È sconcertante che l’Europa non si occupi di un problema che non si risolve rispedendo facilmente a casa la gente ma trattando l’Africa in maniera diversa". Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo in un’intervista al Tg web, commenta così il problema dell’immigrazione clandestina che sta creando forti tensioni a Lampedusa. "O si investe lì per creare un minimo di benessere - aggiunge il Governatore - sottraendo quelle popolazioni alla disperazione, oppure si assisterà ad un dramma senza fine".

Il sindaco: "Non siamo un carcere a cielo aperto" Lampedusa non è e non vuole essere un "carcere a cielo aperto" e se questa è la decisione del ministro Maroni, allora bisognerà "rivisitare questo ragionamento, poichè lui è il ministro, ma noi siamo il popolo".

Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, fa sapere, però, che la situazione è "discutibile": "La popolazione è pacificamente scesa in piazza. Per ora c’è calma, ma il clima è incandescente - ha detto - e siamo fiduciosi che lo Stato intervenga. Ci auguriamo che tutto resti tranquillo".

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