Lanci di pomodori contro il macello di Cà de Pitta

Gli animalisti bersagliano l’assessore Montaldo per la macellazione islamica

Lanci di pomodori contro il macello di Cà de Pitta

Lanci di succo di pomodoro contro l’assessore regionale alla Sanità, Claudio Montaldo, e contro gli altri amministratori presenti all’inaugurazione, ieri, dei nuovi macelli di Cà de Pitta. Gli animalisti hanno scelto la forma di protesta più tangibile - il pomodoro rosso che ricorda il sangue degli animali macellati - per sensibilizzare i genovesi sulla nuova realizzazione del macello, che l’amministrazione comunale propone come punto di incontro gastronomico, anche con l’apertura di un ristorante all’interno del complesso di Molassana. I contestatori, circa una trentina, al grido di «vergogna, vergogna», hanno bersagliato gli amministratori. Ad avere la peggio è stato l' assessore regionale Claudio Montaldo, ma la cerimonia inaugurale dei macelli, restaurati dopo un incendio e due anni di inattività, ha visto la partecipazione, oltre che di Montaldo, anche del sindaco Giuseppe Pericu e dell’assessore comunale Mario Margini. Tutti sono stati bersaglio della contestazione degli animalisti (soprattutto rappresentanti della Lav, la lega antivivisezione) che hanno intonato cori contro la riapertura dei macelli e sottolineato come «non sia corretto chiamare rilancio occupazionale un’attività che si basa sull’uccisione di animali».
Ma il fatto più preoccupante, di là dalle scelte vegetariane che non tutti condividono, è la possibilità, data alle persone di religione islamica, di macellare animali all’interno di aree definite della struttura. Si tratta di procedure che prevedono che l’animale venga ucciso lentamente per dissanguamento, magari appeso a un gancio ancora vivo. «A Ca dé Pitta - spiega Gianluca Felicetti, presidente Lav -è stato realizzato un cilindro che ruota di 180 gradi degno di una tortura medievale». E su questa crudele pratica sono in molti a dissentire. Oltretutto per effettuare questo tipo di procedura servono permessi speciali. «Si pratica lo stordimento preventivo dell’animale che ne riduce le sofferenze? E poi, quanti sono in Liguria gli esercizi autorizzati alla macellazione con questi riti?» si chiede Gianni Plinio, capogruppo di Alleanza nazionale in Regione che ha presentato un’interpellanza sulla macellazione con rito islamico ed ebraico chiedendo se il nuovo macello di Cà de Pitta di Genova sia in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge al fine di ospitare un impianto di macellazione con rito sia islamico che ebraico.

Alleanza Nazionale chiede inoltre «se negli ultimi due anni siano stati condotti dalle Asl e dai servizi competenti specifici controlli nei confronti degli esercizi autorizzati al fine di verificare gli standard di sicurezza e di igiene preventiva e se non si reputi opportuno mettere in atto specifiche iniziative al fine di impedire la macellazione clandestina e garantire che la macellazione praticata con questi riti avvenga attraverso lo stordimento preventivo dell'animale».

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