Landis positivo sette volte In Italia il sangue di Basso

L’Équipe: nuove analisi rilevano tracce di testosterone. Il pm di Bergamo ottiene le sacche di «Birillo» e chiederà il dna

Questa volta non ci troviamo di fronte a una caccia alle streghe: qui la strega c’è veramente, pescata con tanto di scopa. Floyd Landis, positivo al testosterone al Tour de France 2006, non sarebbe stato trovato una sola volta ma più volte. Secondo il quotidiano sportivo francese L'Équipe ulteriori analisi effettuate su sette campioni prelevati al ciclista statunitense - sfilato come trionfatore sui Campi Elisi lo scorso mese di luglio prima di essere trovato positivo al controllo della 17ª tappa - «evidenzierebbero in diverse circostanze tracce di testosterone sintetico», nonostante inizialmente le analisi fossero state catalogate come negative. Se l'indiscrezione de L'Équipe venisse confermata si tratterebbe di un brutto colpo per Landis, atteso il prossimo 14 maggio dinanzi all'Usada, l'agenzia antidoping statunitense, che potrebbe imporgli due anni di sospensione.
Landis, secondo quanto scrive L'Équipe, «dovrà adesso rivedere il più rapidamente possibile la propria strategia di difesa», che al momento è costruita interamente su un banale vizio di forma: il campione A e quello B sarebbero stati analizzati dalla stessa équipe medica e non da due diversi staff come prescrive il regolamento. Per la serie hanno sbagliato la procedura, ma la positività nei campioni resta: eccome che resta.
Puntuale la replica di Landis: «L’Usada ha impedito a un mio rappresentante di assistere a queste analisi, ancora una volta i miei diritti sono stati violati».


Ma le brutte notizie arrivano anche per Ivan Basso: la dottoressa Rota, il pm di Bergamo che sta seguendo dall’Italia la vicenda legata al caso Fuentes, ha ottenuto dal giudice spagnolo Serrano le sacche di sangue con le denominazioni “Birillo“ e “Numero 2“ e a questo punto è quasi scontato che quanto prima sarà chiesto il confronto con il dna del vincitore dell’ultimo Giro. L’inchiesta bergamasca rientra in un filone sul traffico di prodotti dopanti che ruota attorno alla sorella del corridore, Elisa, al fidanzato ciclista Eddy Mazzoleni e all’azzurro Luca Paolini.

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