"L'anima che fugge" con Harold Brodkey

Già leggendario al momento della morte, avvenuta nel 1996 per Aids, Harold Brodkey non è certo una figura letteraria convenzionale

"L'anima che fugge" con Harold Brodkey

Già leggendario al momento della morte, avvenuta nel 1996 per Aids, Harold Brodkey non è certo una figura letteraria convenzionale. La fama che lo accompagna è legata alle promesse contenute nel suo romanzo per eccellenza, avvolto da un'aura di mistero che si è autoalimentato nel corso della sua creazione. La stesura del suo romanzo più celebre, che oggi finalmente esce in Italia nella traduzione di Flavio Santi, si è dipanata drammaticamente, ossessivamente per una trentina d'anni. L'anima che fugge (Fandango) è una nevrotica autoanalisi durata mezza vita, concepita e scritta in un periodo di vacche grasse per l'editoria, in cui un autore come Brodkey poteva farsi mantenere a suon di anticipi sostanziosi ben prima che il suo capolavoro fosse cosa reale.

Ma, come spesso capita, la sua pubblicazione nel 1991 non è stata accolta da tutti con fanfare e tripudi. La prestigiosa rivista The New York Times Book Review, per esempio, lo stroncò così: «mostruoso, ambizioso, sfrontato e sconcertante». Tutti aggettivi potenzialmente double-face che dunque si possono leggere anche in chiave positiva. Questo tomo monumentale si suddivide in dodici parti, ciascuna a sua volta ripartita in capitoli dai titoli più disparati. Per esempio, Storia naturale. Ora: New York, 1956. Una quasi scopata. Omosessualità. Love story. Masturbazione. La prosa è un fiume in piena, tracimante ossessioni e figure retoriche, in un flusso di coscienza quasi epico. Come non pensare a uno dei massimi autori moderni di opere sempre in bilico tra narrativa e autoanalisi, Marcel Proust, con il suo Alla ricerca del tempo perduto?

Si narra che Brodkey abbia trascorso buona parte della sua vita in un appartamento dagli interni rivestiti di sughero, come la camera da letto di Proust, per ottenere il massimo isolamento dal mondo esterno quando scriveva. Basta leggere la prima frase de L'anima che fugge per coglierne il tenore narrativo.

«Venni scodellato fuori in fretta e furia tra le sberle e gli applausi privati per la nascita». Sarà un caso se il prezzo di copertina della versione italiana del libro, 32 euro, equivale al numero di anni che sono stati necessari al suo autore per scriverla?

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