L'Antitrust: la burocrazia costa alle imprese 225 miliardi all'anno

Nella sua relazione annuale al parlamento il presidente dell'Antitrust Catricalà sottolinea che se in Italia si tagliassero del 25% i costi imposti alle imprese dall’eccessiva regolazione nazionale e locale il risultato sarebbe una crescita del Pil dell’1,7%. Rc auto: "Crescono i profitti per le compagnie ma nessun vantaggio per gli assicurati"

L'Antitrust: la burocrazia costa 
alle imprese 225 miliardi all'anno

Roma - Se in Italia si tagliassero del 25% "gli oltre 61 miliardi di euro di costi imposti alle imprese dall’eccessiva regolazione nazionale e locale" il risultato sarebbe "una crescita del Pil dell’1,7%". Il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, nella sua relazione al parlamento, rilancia l’invito, già venuto da diversi organismi internazionali, a tagliare i costi della burocrazia nel nostro Paese. "È con lo sfoltimento - ha sottolineato Catricalà - e non con l’istituzione di nuovi organismi a presidio della libertà di singoli mercati anche locali che si realizzano risparmi. La macchina burocratica è già troppo pesante: i suoi costi diretti superano per il lavoro 148 miliardi annui di euro e i 77 miliardi per beni e servizi", quindi un totale di 225 miliardi.

"Più poteri per tutelare i consumatori" "La tutela dei consumatori è il fine ultimo dell’antitrust" afferma il presidente dell’Autorità chiedendo più poteri per difendere i consumatori dai "metodi sleali di concorrenza". L’autorità non può intervenire quando l’impresa scorretta non ha una posizione dominante. "E' auspicabile" che ci sia l’attribuzione delle competenze in occasione del prossimo recepimento della direttiva sulla materia.

"Liberalizzazioni, fase di stallo" L’Antitrust registra oggi con preoccupazione una fase di stallo nelle liberalizzazioni. "Le lobby si riorganizzano - ha spiegato - e trovano appoggi nei due schieramenti politici. Per superare l’impasse è necessaria la ricerca di un più vasto consenso sui motivi delle scelte da compiere e sugli obiettivi finali delle riforme". Occorre insomma "chiarire i principi generali e definire il quadro degli interventi". Nella consapevolezza che la semplificazione ha costi e benefici: i primi "possono essere ridotti con la gradualità dell’intervento" mentre i secondi "devono essere attesi nel medio-lungo periodo".

"Riformare gli ordini professionali" "È necessario riformare gli ordini professionali, senza abolirli, e migliorare i percorsi d’accesso al lavoro". Non è necessario abolire gli ordini - ha chiarito Catricalà - ma riformarli. Il loro compito precipuo è la promozione della qualità delle prestazioni, il continuo aggiornamento dei professionisti, la tutela dei clienti prima che degli iscritti. È questo il salto di qualità che ci attende". "Occorre costruire - ha aggiunto - i percorsi di accesso alla professione sì da assicurare l’adeguata preparazione del professionista, senza bloccare l’ingresso di nuovi concorrenti".

Riflettori puntati sull'rc auto L’autorità antitrust accende i riflettori sull’rc auto. "I profitti delle compagnie crescono e non scendono i premi a carico degli assicurati" afferma Catricalà. "Nessun vantaggio" si registra per gli assicurati "costretti ad attendere tempi ancora eccessivi per i risarcimenti e subire clausole negoziali onerose". L’antitrust punta ad aprire un mercato protetto dall’obbligatorietà dei contratti.

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Catricalà ha rimarcato la necessità per l’emittente di recuperare dinamismo, capacità di investimento e competitività e ridurre il gap tecnologico rispetto a Mediaset, in particolare sul fronte della transizione al digitale terrestre. Auspicati "decisi investimenti sulle tecnologie". 

 

 

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