Erano anni che Lapo Elkann non partecipava, con un ruolo specifico, a una conferenza stampa all’interno della galassia Fiat. E per di più nell’ambito di un grande Salone dell’auto. A Francoforte, l’altro giorno, il presidente della Ferrari, Luca di Montezemolo, lo ha voluto accanto a sé, insieme allo stato maggiore del Cavallino rampante: il vicepresidente Piero Ferrari, l’amministratore delegato Amedeo Felisa, il capo del centro stile Flavio Manzoni e Paolo Pininfarina, la cui azienda è da sempre vicina alla casa di Maranello.
Lapo, che dopo le disavventure del 2005 si è riscostruito una vita da imprenditore occupandosi di abbigliamanto, design, alcolici e comunicazione, fa ora parte del progetto «Tailor Made», al servizio dei clienti del Cavallino che intendono personalizzare il proprio bolide.
Di fatto, Luca di Montezemolo e il Salone di Francoforte hanno «sdoganato» dopo il sexy scandalo del 2005 il vulcanico nipote dell’Avvocato, nonché fratello di John, presidente di Fiat, della cassaforte Exor, e punta dell’iceberg della famiglia Agnelli. Del suo futuro al Cavallino, Lapo è restio a parlare («è una grande soddisfazione - afferma- lavorare dentro la Ferrari e con Montezemolo, che è stato anche il mio primo capo dieci anni fa quando entrai a Maranello da stagista»), ma è evidente che il giovane imprenditore ha cominciato a prendere le misure in vista di un possibile domani al banco di comando, come da tempo si mormora. Montezemolo, che da presidente della Fiat ha fatto da chioccia al fratello John, all’epoca vicepresidente del Lingotto, potrebbe ora fare altrettanto anche con Lapo. Sul numero uno di Maranello, che quest’anno festeggia il ventennale al volante della Ferrari, incombe sempre la possibilità di un impegno in politica,oltre all’imminente luce verde sull’avventura ferroviaria con i treni superveloci di Ntv.
Dunque, Lapo, c’è Maranello nel suo futuro?
«Parlo di quello che accade oggi e di questo progetto di personalizzazione che mi dà una grande gioia e mi porta sempre più a essere a Maranello, la prima azienda dove ho lavorato nel gruppo Fiat. Un’opportunità che difficilmente non può far battere il cuore a un giovame uomo di 33 anni. I motori sono il mio primo grande amore».
Questo ritorno in Ferrari si aggiunge alle sue attività imprenditoriali.
La Holding, che concentra tutti i suoi interessi, fatturerà quest’anno 10 milioni di euro.
«Sono un imprenditore che con grande gioia ed emozione si trova sullo stand della Ferrari al Salone dell’auto di Francoforte. Il “Tailor Made” aiuterà i clienti a vestire la propria automobile. I designer della casa, nell’occasione, indosseranno l’abito sartoriale. Si utilizzeranno pellipregiate, materialiinnovativi e lavorazioni differenti sul carbonio. Questo progetto rappresenta una realtà che altri marchi non hanno. Siamo stati i primi, ne siamo orgogliosi».
Lei usa il plurale: significa che la sua presenza a Maranello non sarà «una tantum»?
«Lavoro con il capo del centro stile, con il responsabile del marketing e un team dedicato. È stato svolto un grosso sforzo di ricerca a 360 gradi nel mondo dell’auto, in quello del lusso e nella tecnologia. Siamo soddisfatti di questo lancio a Francoforte. Il progetto si rivolge ai nostri mercati, ai clienti attuali e a quelli potenziali».
È stato l’avvocato Montezemolo a chiamarla.
«Ripeto: è una grande soddisfazione lavorare in Ferrari. Montezemolo, come capo, ha creato il climae l’armonia che consentono alle persone di dare il meglio nei progetti sui quali sono impegnati. E poi è stato il mio primo presidente: richiede sempre il massimo e stimola chi lavora con lui. Ti porta sempre a guardare avanti».
Quante Ferrari guida in questo momento?
«La 458 e una California realizzata ad hoc con il centro stile di Maranello: fuori è di un blu Scozia opaco, l’interno è in color carta da zucchero con cuciture blu scuro, denim e carbonio con trame blu. È molto particolare. E poi c’è il mio Jeep Grand Cherokee “mimetico”...».
...quello che ha paralizzato il traffico a Milano.
«Sono rammaricato di quanto è successo. Non era certamente voluto. Ho parcheggiato il Suv entro le strisce blu e non mi sono accorto delle ruote che sporgevano e hanno bloccato il tram. Mi scuso per i disagi arrecati».
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