L'Appennino in festa rinasce dalle radici

Al via il "Festival della Restanza e della Tornanza". Castelli: "Valorizzare il territorio"

L'Appennino in festa rinasce dalle radici
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Partire. Ma non per sempre. Restare, non per mancanza di alternative ma perché le terre, quelle terre, non sono più avare come prima. Il terremoto del 2016 ha rotto gli equilibri già precari e un pezzo d'Italia, ferito ma non sconfitto, si è guardato allo specchio. Declino. Spopolamento. Un tessuto sociale slabbrato. La partita per riprendere quota tiene conto di questi fattori: ricostruire, riparare, aggiustare negli ottomila chilometri quadrati del cantiere più grande d'Europa, ma anche rilanciare l'industria, l'artigianato e le tradizioni, mestieri antichi che fanno l'occhiolinoall'eccellenza del made in Italy. E poi il turismo, lento e corale, sugli storici cammini che coniuganola geografia e la religione. È una scommessa e per raccontarla i paesi dell'Appennino si vestono a festa. Suonano lecampane della rinascita, due festival descrivono questo moto del cuore e dello spirito.

Il Festival della Restanza e della Tornanza, a Colli del Tronto, dal 20 al 22 giugno, il Festival dell'Appennino, un serpentone di 27 appuntamenti in 28 comuni, già iniziato a maggio e incalendario fino al 12 ottobre.

Non si tratta di un'operazione di cosmesi nelle province devastate dal sisma del 2016, ma appuntodi far crescere la consapevolezza di quel che si sta facendo. Un'opportunità unica per riflettere,correggere errori, ascoltare critiche, indirizzare risorse, tentare un primo bilancio di esperienzeinedite.

I colori della festa, dunque. La Restanza e la Tornanza. Parole desuete e impegnative per tregiorni di talk a Colli del Tronto. Concerti. Laboratori creativi di cucina. Ma anche dibattitianimati da firme del giornalismo, come Tommaso Cerno, direttore del Tempo, Monica Giandotti,conduttrice di Tg2 Post, Peppone Calabrese, anchorman di Linea Verde e Camper. E ci sarà anche il sottoscritto che si dividerà fra diversi appuntamenti. Saranno presenti Eugenia Roccella, ministro della Famiglia alle prese con l'inverno demografico, e Andrea Abodi, ministro dello Sport che si rivolgerà alle nuove generazioni. Con loro imprenditori illuminati, come Brunello Cucinelli, intellettuali, dal sociologo Vito Teti al presidente dell'Istat, Francesco Chelli. Ancora, politici come il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, il padrone di casa. Il Festival dell'Appennino toccherà invece tutte e quattro le regioni azzannate dal drago nel 2016: Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo.

«Raccontiamo luoghi di grande bellezza e tradizione - spiega il Commissario Castelli - che hanno voglia di tornare a crescere, nel segno dello sviluppo sostenibile, e voglia di farsi conoscere da unpubblico sempre più ampio. La parola chiave è proprio valorizzazione. Valorizzazione della cultura della storia, dell'arte, della cucina». Un programma, uno spartito che interpreta lo spirito di tutte e due le manifestazioni.L'happening di San Benedetto del Tronto più attento alle ragioni dell'economia, la kermesse itinerante proiettata verso le arti.

Un orizzonte condiviso dal sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco: «Il Festival dell'Appennino è una manifestazione strategica per la valorizzazione e il rilanciodelle quattro regioni coinvolte». Appunto due format per un obiettivo ambizioso: quello della ripartenza. Le start up dei giovani, la filiera del legno che sfrutta le immense foreste della zona per invertire l'incredibile trend negativodell'import che non ha più ragione di esistere, i borghi in cerca di nuove famiglie, fra ristorantigourmet e servizi mirati per un turismo sempre più selezionato ed esigente. Il cicloturismo. E quello a piedi, con le scarpe da ginnastica, lo zaino sulle spalle e l'ostello lungo il percorso. E poi ancora, l'edilizia per ripensare a modelli abitativi attrattivi e seducenti, e la gastronomia che qui ha fatto la storia del cibo, dai formaggi ai salumi e alle infinite specialità in vetrina e sul bancone.

«Il Festival dell'Appennino - spiega il direttore artistico Carlo Lanciotti - conferma la sua vocazione multidisciplinare dove musica, teatro e circo contemporaneo si fondono in un connubio che si adatta in modo unico a ciascuna delle location che ospiteranno gli eventi».

Ci saranno fra gli altri Luca Barbarossa, Eugenio Finardi, Moni Ovadia, David Riondino, la Compagnia dei Folli, Saturnino, Ambrogio Sparagna e Davide Rondoni, giornalista e poeta, chesalirà sul palco anche a San Benedetto del Tronto e dialogherà con Angelo Mellone, direttore del Day time Rai e Padre Francesco Piloni, ministro della Provincia dei Frati Minori dell'Umbria. Tutti insieme per il Cratere che vuole diventare un'area all'avanguardia. Dove restare. E dove tornare.

(7- continua)

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