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L'Aquila dolore e ricordi un anno dopo il sisma Napolitano: "Ci fu forte una coesione nel Paese"

Fiaccolata nella zona rossa, maratona di spettacoli, Santa Messa alle 4 di notte, posa della prima pietra di Casa Onna. Oltre 25mila aquilani si sono ritrovati in piazza del Duomo per ricordare il sisma: video

L'Aquila dolore e ricordi un anno dopo il sisma 
Napolitano: "Ci fu forte una coesione nel Paese"

L'Aquila - Questa volta alle 3.32 c'è stato solo un lunghissimo silenzio, seguito da 308 rintocchi della campana delle Anime Sante: gli aquilani si sono ritrovati in tanti - oltre 25mila - in quella piazza del Duomo dove un anno fa accorsero feriti, spaventati, addolorati per il terribile terremoto che aveva distrutto la loro città e ucciso parenti, amici, studenti venuti da lontano. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebra la capacità dell'Italia di "unirsi nel sisma" e auspica "la stessa coesione per le sfide del Paese".

Il ricordo del dolore C'è stata, sì, una scossa di terremoto, alle 2:57, ma di magnitudo 2.2, ovvero niente rispetto a quella di 6.3 del 6 aprile 2009. E' stata una notte diversa, illuminata da migliaia di fiaccole, candele, lumini che dalla sera prima avevano dato luce lungo le strade buie ai quattro cortei silenziosi partiti da altrettanti quartieri per raggiungere la zona rossa del centro storico. Un gesto di grande valore simbolico non solo per commemorare le vittime, ma anche per ribadire la volontà di tornare ad occupare il cuore della città e, quindi, di riappropriarsi di un'identità ferita per la lontananza forzata. Quattro cortei - composti da giovani, anziani, alcuni con le stampelle, giovani coppie con i bambini nelle carrozzine - aperti ognuno da un gruppo di parenti delle vittime e dai vari comitati cittadini che da un anno si battono per tenere alta l'attenzione rispetto ai problemi della ricostruzione e per pungolare le autorità.

I nomi delle vittime Non c'é stata alcuna contestazione lungo i percorsi né quando, tutti assiepati nella piazza principale, è stata attesa l'ora fatidica. Prima sono stati letti i nomi delle 308 vittime, poi sono seguiti i rintocchi della campana. Alla fine, in silenzio e con i ceri e le lampade ancora accesi, il ritorno a casa - per moltissimi lontano dall'Aquila - o alla Basilica di Collemaggio per la messa solenne dell'arcivescovo Giuseppe Molinari, il quale ha esortato a fare in modo che "questa notte segni l'inizio di un nuovo cammino con l'aiuto di Dio". In formato minore, ma identica, la commemorazione ad Onna, frazione simbolo di quella scossa mortale, che ha voluto sottolineare il "nuovo cammino" posando alle 4.32, un anno e un'ora dopo il sisma, la prima pietra del centro sociale. La notte è scivolata nel silenzio composto di "una bellissima e commovente fiaccolata all'insegna della pietà", come lo stesso prefetto ha rilevato, sottolineando che "la grandissima e composta partecipazione responsabilizza ancora di più le istituziuoni. Lì si è vista fino in fondo la determinazione di questo popolo". L'anniversario è stato per gli aquilani un momento di riflessione e di dolore, ma anche l'opportunità per ribadire che "il non urlare fa parte della cultura di questa gente determinata e compatta", come hanno evidenziato alcuni cittadini ricordando che il cosiddetto "popolo delle carriole" in silenzio rimuove le macerie, ma lancia segnali forti alle istituzioni.

Napolitano: "Stessa coesione per le sfide del Paese" Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha invocato lo "spirito di forte coesione istituzionale e sociale" che si manifestò allora per le sfide che attendono il Paese. Napolitano pone l'accento sulla "dignità, la fierezza e capacità di reazione con cui la popolazione colpita dal terremoto ha saputo affrontare lutti e difficoltà di ogni genere", "l'insostituibile apporto dei volontari" ed invita la Protezione civile a dedicarsi alle calamità naturali, "senza senza perdersi in altre direzioni di intervento pubblico per ovviare alle lentezze di procedure ordinarie non ancora rinnovate e semplificate come è necessario da tempo".

Berlusconi: "Nessun alibi per i ritardi" "Abbiamo già impegnato, rendendole disponibili, ingenti risorse per la ricostruzione. Adesso occorre che queste risorse vengano investite con sollecitudine, come è ugualmente necessario che i programmi futuri assumano la forma di progetti verificabili e quantificabili, in modo che la pretesa mancanza di certezza sulle risorse necessarie a completare la ricostruzione non diventi un alibi per carenze progettuali e per rinvii ingiustificati delle azioni immediatamente possibili". In un messaggio inviato in occasione del primo anniversario dal terremoto in Abruzzo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha ricordato l'impegno del Governo che non ha fatto e non farà mai "mancare all'Abruzzo e all'Aquila le risorse necessarie per ridare vitalità e futuro ai centri colpiti". "Le modalità con cui le risorse pubbliche necessarie verranno stanziate ed erogate - ha quindi sottolineato - dovranno tenere conto sia della necessaria gradualità degli interventi possibili, sia del rigore progettuale con cui le Istituzioni abruzzesi sapranno tradurre in realtà il desiderio dei loro cittadini di abitare di nuovo, in tutta sicurezza, i luoghi a loro cari, di fruire nuovamente degli spazi e degli edifici monumentali ed artistici della loro città, riprendendo pieno possesso dell'ambiente a loro sottratto dalla violenza del sisma". "Sono convinto - conclude quindi il premier - che questo anniversario possa essere l'occasione per rinnovare solennemente l'impegno di lealtà e di collaborazione tra lo Stato, il Governo e la città dell'Aquila, una città che abbiamo imparato ad amare e a considerare patrimonio non solo degli aquilani ma di tutti i cittadini italiani".

I numeri della ricostruzione In un'intervista al quotidiano Il Centro, Berlusconi ha ricordato che "qualcuno ha provato a minimizzare o peggio a infangare il lavoro svolto dal governo e dai soccorritori". "Ma la realtà dei fatti è incancellabile. Noi abbiamo gestito con assoluta efficienza la fase dell'emergenza e abbiamo impostato la ricostruzione nel migliore dei modi". E il premier ha elencato: "70mila persone intervenute a vario titolo nelle attività di sostegno alle popolazioni colpite, con 5.957 tende, con 107 le cucine da campo, con 47 posti medici avanzati e un ospedale da campo a supporto del locale nosocomio parzialmente inagibile oltre ai quasi 200 nuovi edifici antisismici costruiti in tempi record". Poi ha, infine, concluso: "alla riapertura dell'anno scolastico tutti i 17.567 studenti della zona colpita dal sisma hanno regolarmente ripreso l'attività. Alla fine di novembre tutte le tendopoli sono state chiuse e questo è avvenuto perché tutti gli aquilani hanno avuto un tetto sicuro sotto cui dormire".

Letta: "Ritrovare armonia e coesione" Secondo il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, "Armonia e condivisione" sono le condizioni per ricostruire L'Aquila e i paesi del circondario. Letta invita tutti a "ritrovare lo spirito unitario di armonia e di condivisione che caratterizzò i primi giorni dopo il terremoto quando, tutti insieme, abbiamo cercato di dare sepoltura ai morti e soccorso ai vivi, affrontando, senza spirito di parte, l'emergenza di una tragedia così grande"

Bertolaso: "Non è stato un anno passato invano" Un giudizio di quanto fatto lo traccia il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso: "Non è stato un anno passato invano". E, con una punta di orgoglio, aggiunge: "Quello realizzato all'Aquila è molto importante. Il fatto che da tutto il mondo ci continuino a chiamare è un ulteriore esempio della considerazione e del giudizio che è stato dato a livello internazionale". "Nessuno - sottolinea Bertolaso - è stato abbandonato e lasciato solo. Mi sembra che lo Stato, il Paese abbiano dato una grande risposta di solidarietà, di fermezza, di partecipazione, ma anche di compostezza.

In questi 12 mesi è stato fatto molto: la riapertura dell'anno scolastico, l'università, la possibilità di dare una casa confortevole a decine di migliaia di persone, anziché metterle nei container senza sapere esattamente quale sarebbe stato il loro futuro".

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