La cronaca nera va in scena fino a domani alla Sala Umberto sotto la regia di Enrico Maria Lamanna. Emozionante lopera The Laramie Project, che vede otto attori e una guest star ogni sera diversa (da Claudio Bonivento a Ugo Pagliai a Mario Scaccia) raccontare la vicenda accaduta nellottobre del 98 a Laramie, nel Wyoming, Stati Uniti, dove il ventunenne studente universitario Matthew Wayne Shepard venne derubato, torturato e abbandonato, morendo dopo cinque giorni dalla brutale aggressione. Il suo caso, diventato un simbolo contro lintolleranza e le discriminazioni nel mondo ha spinto la compagnia teatrale Tectonic Theatre Project a raccogliere oltre 200 interviste fra gli abitanti della città di Laramie che, riadattate per il palcoscenico, sono diventate una pièce teatrale di Moisés Kaufman (andata in scena nel 2000 al Denver Center Theatre, dove è stata premiata, e poi rappresentata allUnion Square Theater di New York City nel 2002). «Sono stato a Laramie quattro anni fa - racconta Lamanna -, ho visto il posto, la gente. Ho frequentato lo spazio teatrale di Denver, i suoi attori. Ho capito che volevo che questa storia arrivasse fino a noi, forse con un sapore più europeo, mantenendo però intatti i luoghi, le ore, le atmosfere di Laramie. Quindi con otto attori, miei amici, che con talento ci trasmettono le emozioni di quellassurda storia, ho concepito questa messa in scena».
Il regista riprende il discorso proponendo il testo che tanti premi ha ottenuto allestero sia in versione teatrale che cinematografica, utilizzato inoltre da scuole e università per meglio comprendere il dramma dellintolleranza. Gli otto attori in scena recitano nellatto unico 40 ruoli differenti, dichiarazioni vere, sentite, che inevitabilmente ci coinvolgeranno per la loro sconcertante attualità. Al termine dellultimo atto, la toccante lettura di una lettera inviata dalla madre di Shepard alla compagnia: «Sono felice e onorata che anche nella città più bella del mondo, nel Paese più bello del mondo, mio figlio Matthew viva ancora per unaltra notte. Il mio dolore diventa poco a poco voglia di vivere e lottare per far sì che la sua vita non si sia spenta inutilmente. Non potrò essere lì con voi poiché sono impegnata con lassociazione dedicata a mio figlio per i diritti umani.
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