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L'arma (paradossale) per ribellarsi agli "ismi"

Nel pamphlet di Sestov, l'opposizione alla logica diventa la cifra del pensiero critico e complesso

L'arma (paradossale) per ribellarsi agli "ismi"
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Numerosi autori hanno affrontato il tema provocatorio della stupidità umana, spingendolo alle sue estreme conseguenze, in primo luogo per mettere in discussione i meccanismi sociali e, poi, per ridicolizzare fenomeni e comportamenti dei singoli. Robert Musil, ad esempio, ne ha esplorato i pericoli, mettendo in guardia contro la sottile perizia con cui essa manipola il pensiero umano, spesso mascherandosi da verità. Musil la considerava non solo un difetto dell'intelletto, ma una vera e propria malattia della mente, capace di compromettere la vita stessa. Carlo Maria Cipolla, con un approccio smaccatamente ironico, ha sviluppato una teoria sistematica sul tema e, quasi da matematico, ha formulato le ormai celebri "Cinque leggi fondamentali della stupidità umana".

Gran parte degli studi, sebbene offrano spunti di riflessione sorprendenti, risultano spesso appesantiti da un sarcasmo eccessivo e tendono a enfatizzare il contrasto tra il buon senso e la stupidità, relegando quest'ultima nel girone della banalità e dell'inconcludenza. Aragno Editore ha di recente pubblicato un volume di Lev Sestov del 1907 (Elogio della stupidità, pagg. 77, euro 12), nel quale l'approccio viene completamente ribaltato, e riducendo all'osso l'ironia, si mette in discussione la essenzialità del buon senso. estov affronta la questione con seriosità, ponendo la stupidità in antitesi al buon senso e considerandola l'opposto della razionalità. La sua tesi è che, in quanto contraria al pensiero logico, la stupidità possiederebbe addirittura un potenziale superiore rispetto al metodo razionale che rischia sempre di degenerare nell'atrofizzazione: "La stupidità ha le sue leggi, che non si sottomettono né al controllo né alle limitazioni. È bellissima, non si discute, mentre il buon senso è ormai obsoleto, noioso, come una vecchia bigotta". La sua filosofia si fonda sul primato del soggettivo e della libertà individuale, in contrasto con la scienza e la razionalità e si sviluppa in dialogo con autori come Tolstoj, Nietzsche, Dostoevskij e Kierkegaard. Ma estov non si allinea a nessuna scuola filosofica, se non per la critica nei confronti delle concezioni razionalistiche. E sostiene che un buon ragionamento non dovrebbe limitarsi alla logica formale, ma dovrebbe essere capace di muoversi fra ossimori e contraddizioni, invitando a esplorare quelle ambiguità che incoraggiano "un dogmatismo adogmatico, un adogmatismo dogmatico: la quiete che si muove, il ferro di legno".

Come precisa Lucio Coco nell'introduzione, la stupidità di estov include necessariamente la possibilità del Terzo Tertium datur cioè l'abbandono della logica binaria dell'o questo o quello, dell'aut aut imposto dalla ragione. Probabilmente non va preso alla lettera, ma certamente rappresenta un espediente per mettere in discussione e sin dalle basi - visioni filosofiche e scientifiche. Infatti, la sua critica si estende anche alla scienza, considerata una "malattia dell'esistenza", e all'idea che le leggi della natura siano inevitabili e immutabili e perciò mai emendabili da eventi esterni come, per esempio, il caso: "Le leggi della fisica sono solo una malattia dell'esistenza, e da qui la deduzione: poiché a noi la logica è necessaria, allora le leggi della natura esistono e allo stesso tempo non esistono". Questa riflessione si nutre dunque di contraddizioni e paradossi, con la stupidità che diventa uno strumento per sfuggire alle rigidità di un pensiero che tende sempre a conformarsi alla logica. In un mondo dominato dalle leggi della scienza, l'idea che qualcosa possa sovvertire l'ordine prestabilito della realtà assume una funzione quasi liberatoria. Cosicché, la stupidità diventa una prassi da accettare, non come un elemento negativo, ma come una forza capace di rivelare la complessità nascosta della nostra esistenza.

Pur con tutte le dovute cautele, Elogio della stupidità di Sestov non può essere considerato solo un pamphlet contro la logica razionale, ma piuttosto un invito a superare i confini imposti dal buon senso e dalla scienza, a cercare la libertà nel pensiero ma anche a riconoscere che la vita è troppo complessa per essere ridotta a schemi rigidi.

In questa prospettiva, la stupidità può per paradosso trasformarsi in una forma di resistenza contro un mondo che troppo spesso esige risposte facili e lineari, in favore di un pensiero più complesso, dinamico e libero.

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