Stile

Lassù tra quei rifugi dove la fuga è più gustosa

Panini speciali, merende e piatti unici guardando le vette

L'altitudine è ovviamente diversa, ma lo spirito dei rifugi-gourmet è identico a quello delle tavole pieds dans l'eau, ricercatissime in estate. Il piacere di mangiare, guardando la montagna innevata (o al naturale, come capita sempre più spesso), migliora l'umore tanto più se si è arrivati dopo un bel tratto di strada a cena è un classico servirsi dei gatti delle nevi - e si trova un bel camino acceso. Romanticismo a parte (quasi tutti hanno il loro sito con info e sistema di prenotazione), ci sono rifugi dove l'esperienza culinaria ed enologica sfiora quella di uno degli stellati descritti nel pezzo sopra. Tanto è vero che la sempre attivissima Alta Badia, a metà dicembre, ha riproposto Gourmet Ski Safari, l'evento che porta grandi chef italiani (quest'anno quattro sud-tirolesi e quattro del nostro Sud) a quota 2.000 metri: un piatto d'autore per ciascuno dei rifugi coinvolti che ricordiamo, in quanto cucinano regolarmente: Col Alt, (provvisto di anche un oyster corner), Bamby, Piz Arlara, i Tablà, Bioch, Las Vegas (dove alcuni piatti sono firmati dal basco Josean Alja), Pic Pré, Club Moritzino. Alcuni di questi saranno sede di un'altra iniziativa originale: Sommelier in pista (25 febbraio, 3 e 10 marzo) che vede un'esperta guida sciistica e sommelier accompagnare gli ospiti nei rifugi per degustare i pregiati vini altoatesini. Il 20 marzo, l'evento top: Wine Skisafari per una degustazione da record vista l'altezza in quattro baite, accompagnata da Speck Alto Adige IGP, il tutto a 30 euro per sciatore. In Alto Adige sono quotati anche la Malga Gostner all'Alpe di Siusi (ambiente rustico ma cucina naturale di alto livello), la Baita Daniel in Val Gardena e il Rifugio Jora in Alta Pusteria dove il talentuoso Markus Holzer ha creato un mountain dining resort, con un menu creativo a base di prodotti biologici della zona. A Cortina, i punti fissi sono il Rifugio Scoiattoli, il Col Druscie e il Rifugio Averau, inserito dal Sunday Times tra i dieci migliori locali delle Alpi. Molto apprezzata la cucina del Viel del Pan, nel comprensorio di Arabba, con ai fornelli Ivan Matarese. In Lombardia, il rifugio più famoso per gli sciatori (o escursionisti)-gourmet è senza dubbio il Gimmy's all'Aprica: stube interamente in legno dove si può gustare la cucina mediterranea con tanto pesce e la selvaggina valtellinese. Altrettanto rustico ma con piatti a km zero, pane fatto in casa e tanto biologico è il Maitardi a Madesimo mentre a Valmalenco è molto amato il Rifugio Motta. Passando in Val d'Aosta, legno e ferro caratterizzano il Societé a Pila, bar famoso per i panini con salumi e formaggi valdostani come ristorante dove si servono piatti quali la pasta corta di Gragnano con fondutina di tome d'alpeggio e anice stellato o la seppia arrostita con crema di fagioli e finocchi croccanti. In Val Veny domina il Courba Dzeleluna con ottimi piatti tipici mentre la Maison Vieille, al di là di una spettacolare terrazza che si affaccia direttamente sul Monte Bianco, piace soprattutto per la carne cucinata sulla losa, ossia una pietra scaldata direttamente sul fuoco. Un indirizzo sicuro per i piemontesi è Meira Garneri, in Val Varaita. Oltre ai buonissimi Ravioles, è specializzata nella merenda sinoira, ossia il piccolo pasto che i contadini consumavano verso le 17, dopo aver finito i lavori nei campi e prima di affrontare quelli serali, spesso legati alla stalla e che terminavano con il buio.

Sina in dialetto piemontese vuol dire cena: si tratta di un menu di cinque-sei portate frugali ma buonissime, riproposte integralmente in posti come questo: altro che aperi-cena, credeteci. MBer

Commenti