Una lettera depositata da un notaio con l’impegno a dimettersi in caso di elezione. È questa (almeno per ora) la parola «fine» sulla vicenda dei manifesti choc anti pm di cui l’avvocato Roberto Lassini si è assunto la tutta responsabilità. Ieri, all’ufficio elettorale, l’ultimo tentativo di cancellare il nome dalla lista dei 48 candidati del Pdl al consiglio comunale. Impossibile. E allora la nuova via di fuga. Di «vittoria del buonsenso e della buona politica» aveva parlato già in mattinata il sindaco Letizia Moratti tornando sulla lettera inviata da Lassini al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e sull’annunciato passo indietro «irrevocabile». Dimissioni che «riportano la serenità nel dibattito politico: ha vinto il buonsenso, il rispetto per le istituzioni e la buona politica». Con i suoi più stretti collaboratori che ora le chiedono di «voltare pagina e ricominciare a parlare d’altro». «Le modalità tecniche di esclusione di Lassini - spiega la Moratti - si troveranno nel rispetto della legge. Io continuo la mia campagna elettorale basata sui risultati della mia amministrazione e sui bisogni della città e delle persone». La telefonata con il premier? «Il presidente Berlusconi è una risorsa per Milano - assicura - lo ringrazio tantissimo». Divergenze? «Io mi occupo di politica milanese e dei problemi della mia città».
Lui ricambia. E ancora ieri, durante il vertice del Pdl convocato a Palazzo Grazioli, ha mostrato buoni sondaggi col Pdl in crescita. Ma, soprattutto racconta un partecipante, la promessa di un grande impegno per portare la Moratti alla vittoria. «Già al primo turno». Ci metterò la faccia, ha ripetuto e darò il massimo, ma serve anche l’impegno di tutti voi, diamoci tutti da fare. Poi l’annuncio di una lettera da inviare, a sua firma, a tutti i milanesi per spiegare i tanti risultati ottenuti dalla giunta Moratti e mettere in guardia dal rischio di lasciare la città in mano alla sinistra. Col colonnello leghista Roberto Calderoli sicuro che «a Milano vinceremo». E «come la volta scorsa, al primo turno».
In campo scende anche Tiziana Maiolo. Da sempre garantista e forzista della prima ora che, dopo la delusione dell’esperienza con i «futuristi» di Gianfranco Fini, si riavvicina al Pdl. E annuncia la sua adesione all’Associazione dalla parte della Democrazia che ha firmato i manifesti e che proprio in questi giorni si darà una struttura ufficiale. Con tanto di portale su internet, Lassini alla presidenza onoraria e la Maiolo in un ruolo di vertice. «Stiamo ricevendo tantissime telefonate di solidarietà - assicura lei - Anche da persone insospettabili».
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