Roma - Italia dei valori e finiani all’attacco; Ds critici, con moderazione e qualche perplessità anche nella maggioranza. Della visita di Gheddafi a Roma, a fare scandalo è stato più il contorno che la sostanza. Lo show del colonnello è stato preso di mira da Farefuturo, fondazione nell’orbita di Gianfranco Fini, che ha legato i due aspetti. «Se l’Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi- si leggeva ieri nel sito di Ff - la ragione è purtroppo politica. Nelle passeggiate romane il rais libico esibisce la sua amicizia con il premier, la sua paradossale centralità nella politica internazionale » dell’Italia «e visto che Gheddafi paga, le sue diventano anche le nostre ragioni e la sua politica la nostra».
Il web-magazine finiano è andato direttamente all’attacco del governo, rovesciando le spiegazioni ufficiali. Mano libera a Gheddafi? C’è stato un «difetto di realismo». E poi ha domandato retoricamente: «La leggerezza di Berlusconi, che ha depoliticitizzato la politica estera per renderla più efficiente, accresce o riduce la credibilità italiana sullo scacchiere dei rapporti internazionali? Il disinvolto relativismo della nostra diplomazia ci rende interlocutori più affidabili?».
Ancora più pesante il direttore di Generazione Italia, Gianmario Mariniello: «La dignità di una Nazione è un valore, anche economico. Basta con le pagliacciate». Se Farefuturo se la prende con il relativismo, l’organizzazione fondata da Italo Bocchino, ne fa direttamente una questione di correttezza religiosa. «Siamo costretti a sentire Gheddafi che nella città della Cristianità invita alla conversione 500 ragazze scollate e scosciate, attentamente selezionate da un’apposita agenzia ». Anche Generazione Italia affonda sull’esecutivo:il governo «berlusconiano» è «passato dall’atlantismo all’agnosticismo, dalle suggestioni neocon alla logica commerciale, per cui il cliente, se paga, ha sempre ragione. E visto che Gheddafi paga, le sue diventano anche le nostre ragioni».
Toni così forti, ieri si trovavano solo nelle dichiarazioni di Italia dei Valori. Stefano Pedica ha proposto una «laurea horroris causa» al colonnello e Federico Palomba, ha sintetizzato le critiche dipietriste: «Ma la Lega e Berlusconi, con il contorno dei vari Cl ed affini, non avevano sostenuto che occorreva inserire nello Statuto europeo il richiamo alle radici cristiane dell’Europa?».
Decisamente più prudente il segretario del Partito democratico ( «Sono per positivi rapporti con la Libia, ma sono anche interessato al profilo di dignità del mio paese»), che però è stato subito zittito da una dichiarazione al vetriolo del capogruppo alla Camera Dario Franceschini: «È inimmaginabile per qualsiasi paese normale europeo guidato dalla destra offrirsi per costruire un palcoscenico a Gheddafi e per far sfilare 500 ragazze a pagamento mandate da un’agenzia per far finta di essersi convertite all’Islam».
Il contorno della visita di Gheddafi ha creato qualche imbarazzo anche nel Pdl. Il sottosegretario agli Esteri ed esponente Pdl Stefania Craxi, ha parla dei «frutti positivi» dei trattati, ma esprime «perplessità » per «l’atteggiamento del leader libico nel nostro Paese».
Diversa la valutazione di Bobo Craxi, che è del Psi e quindi è all’opposizione: «Le polemiche sul colonnello sono un po’ esagerate. Forse - aggiunge Craxi- sono agitate da chi preferisce i marines armati alle letture del Corano o magari canticchiare Tripoli bel suol d’amore ». Riferimento, nemmeno troppo velato, ai finiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.