"L'Authority intervenga per tagliare i costi di ricarica per i telefonini"

Il ministro Bersani annuncia che il governo è pronto a intervenire ma solo in seconda battuta. Il balzello nel 2005 è costato agli italiani 1 miliardo e 714 milioni in più

"L'Authority intervenga per tagliare 
i costi di ricarica per i telefonini"

Roma - Il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, dopo aver annunciato che intende eliminare i costi delle ricariche dei cellulari, tira diritto nel contenzioso appena aperto con le società telefoniche e investe l'Authority della questione del balzello. Per eliminare l'aumento sulla ricarica dei telefoni cellulari non ci sarà un decreto, ha precisato il ministro: "O l'Authority per le Tlc correggerà questa cosa o proporremo noi al Parlamento una norma che superi questo meccanismo". Se l'autorità per le Tlc, che ha aperto una indagine conoscitiva, "non riuscirà a provvedere - ha insistito Bersani - noi predisporremo la norma. Non pretendo un taglio da 1,7 mld alle compagnie telefoniche ma cerco trasparenza e questa pratica sulle ricariche è anticoncorrenziale".

Quanto ai tempi il ministro ha detto di ritenere «imminente» la pronuncia dell'autorità guidata da Corrado Calabrò. Per tagliare i costi della ricarica dei telefoni cellulari, intanto l'Autorità per le Tlc ha indicato tre opzioni. Nel documento pubblicato al termine dell'indagine conoscitiva, è prevista "l'eliminazione tout court dei contributi", la rimodulazione dei costi e l'utilizzo congiunto di entrambi gli strumenti. Soddisfazione per l'annuncio di Bersani è stata espressa da Federconsumatori che "denuncia da anni l'iniquità della tassa sulle ricariche dei cellulari che arricchisce le compagnie telefoniche e svuota le tasche dei cittadini". Ma sulle liberalizzazioni del governo Prodi arriva la critica dell'opposizione.

"Insieme ai pochi, scarsi e ancora modesti tentativi di liberalizzazioni" del centro-sinistra – ha detto Paolo Bonaiuti, portavoce di Silvio Berlusconi, "era contenuto un progetto: una sorta di anagrafe tributaria fiscale per ingabbiare il cittadino, che superava qualunque aspetto positivo della liberalizzazione stessa".

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