Lavavetri in ritirata, semafori deserti

Lavavetri in ritirata, semafori deserti

La tregua del lavavetri. Batte in temporanea ritirata l’esercito dei petulanti spazzolatori ai semafori: la multa di 100 euro val bene il riciclo come semplice mendicante. Dopo due giorni l’ordinanza comunale dà già insperati frutti. Se ne sono accorti i vigili urbani che ieri mattina hanno monitorato buona parte del territorio cittadino verificando la pressochè totale assenza del fenomeno. Domenica 7 multe e 10 sequestri. Ieri 12 contravvenzioni e 18 sequestri. Poca roba. La città sentitamente ringrazia, mentre i politici si dividono nel pretestuoso gioco delle parti.
Il presidente della commissione comunale Sicurezza, Fabrizio Santori ribadisce l’apprezzamento: «L’ordinanza comincia a produrre effetti positivi sia sul traffico che sul decoro. Il pacchetto delle ordinanze Alemanno si rivela decisivo per stroncare racket e associazioni a delinquere». «Per questa ragione - aggiunge - siamo convinti che questi provvedimenti rappresentano il percorso giusto tanto per coloro che vengono sfruttati per pulire fari e vetri, quanto per quelli che vendono fazzoletti e merci varie acquistate da fornitori abusivi. La diffusione mediatica dell’ordinanza e le 25 pattuglie della municipale in servizio, hanno dato risultati straordinari».
Anche l’associazione «Telefono Blu Consumatori» di Roma accoglie positivamente l’ordinanza perché «tende a mettere in difficoltà mafie non italiane che controllano questo mercato». «I signori che troviamo agli incroci - spiega Telefono Blu - non sono solo poveri che ci chiedono qualche spicciolo, ma vittime di sfruttatori che se non fermati continuerebbero a fare quattrini alle loro spalle anche per finanziare organizzazioni criminali. Bene quindi Alemanno e bene se altri sindaci delle grandi città interverranno con provvedimenti seri come questo».
Il capogruppo in consiglio comunale del PdL Dario Rossin invita gli scettici in malafede a fare un giro per la città. «Noterà infatti - dice - che gli incroci, dopo anni, sono tornati a svolgere la funzione per i quali sono stati ideati, quella di regolazione dei flussi di traffico, abbandonando finalmente il ruolo di punti-bazar, lavaggi auto improvvisati o luoghi di esibizioni circensi». Unico incrocio in controtendenza quello della Cristoforo Colombo con la Garbatella dove un gruppetto di attivisti di Action è diventato lavavetri per un giorno per protestare contro l’ordinanza. Qualche battibecco con gli automobilisti e l’opzione per un lavoro da ieri ad alto rischio multa.
E mentre la sinistra persiste con le accuse di cattiverie nei confronti di povera gente l’assessore comunale alle politiche sociali Sveva Belviso si fa due conti. «Se facciamo un rapido calcolo comprendiamo come un lavavetri possa guadagnare anche 1.800 euro al mese, in nero - dice la Belviso-.

Allora le cose sono due: o non sono poveri bisognosi come molti dicono oppure, come credo, è evidente che c’è un racket dietro di loro, un’organizzazione criminale che lascia ai lavavetri soltanto una piccola parte degli introiti».

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