Lavezzi regala a Leo il sogno triplete

L’Inter per la trentunesina volta va in semifinale di coppa Italia, è la detentrice e la terza semifinalista di questa edizione dopo Palermo e Milan, aspettando Roma-Juventus di questa sera. La coccarda non si scuce ma il pericolo è stato altissimo, il Napoli poteva chiuderla molto prima, Castellazzi spesso messo in mezzo in questa stagione l’ha strasalvata quando era sulle gambe e soffriva come non gli era mai successo.
Certe partite si possono vincere e si possono anche perdere senza vergogna.
Dall’inizio dell’anno Mazzarri aveva preso tre gol, tutti dall’Inter, allora ha fatto la cosa più ovvia: l’ha aspettata. Poi quando ha capito che poteva giocarsela alla pari, c’ha provato.
Partita sofferta, avvincente, intensa, equilibrata oltre ogni ragionevole dubbio, motivazioni importanti, il Napoli vuole vendicare la sconfitta di San Siro e Mazzarri schiera gli stessi del 6 gennaio, Leonardo quella sera era all’esordio, il più bello che potesse immaginare, Cambiasso due volte, poi Milito.
Adesso non ci sono i tre punti da conquistare, c’è una semifinale, partita secca, novanta minuti per non sbagliare, paura, il Napoli decide di lasciare il gioco ai campioni, l’Inter se la massaggia nella sua metà campo sperando che gli azzurri escano. Niente. Passano i minuti così, Ranocchia, Thiago Motta, Chivu, Cordoba, ancora Thiago Motta, palla sempre lì a girare, metri guadagnati zero e il Napoli non esce dalla buca. Note importanti: Lavezzi al San Paolo ha meno spazio, è meno pericoloso, Hamsik è sempre sulle uova, non incide, Cavani rischia di trascorrere una serata identica a quella di San Siro. Dall’altra parte il solito Pandev, lo zio di Eto’o e il letargo di Maicon che alterna giocate brasiliane a catalessi pericolosissime. Ne ha una quando tenta un tunnel su Dossena e un’onda azzurra si riversa in contropiede nella metà campo interista, Lavezzi serve Cavani in fuori gioco millimetrico. Pericolo immenso. L’Inter riprende a farla girare. Niente. Adesso il Napoli aspetta un altro errore di Maicon. Cose a caso: Cannavaro abbatte Pandev che si era liberato miracolosamente e dava l’idea di andare verso la porta di De Sanctis. Chissà. Stankovic ci prova da lontano. Lavezzi si materializza con un destro e Castellazzi si deve tuffare come ai vecchi tempi. Il tempo passa, Inter più squadra, di poco, ma più squadra. La cosa più bella la fa proprio allo scadere del primo tempo, azione fulminea, Thiago Motta, Maicon, Cambiasso, volo, De Sanctis, traversa, neppure il tempo di pensare. Poi l’occasione buona ce l’ha Chivu, che s’incarta in area, ma il romeno spinge sulla sua fascia, è questa la grande novità della difesa interista assieme alla presenza di Ranocchia. Lavezzi manda a quel paese Dossena, Maggio lo fa con Lavezzi, c’è tensione, miglior spot sul rilancio della coccarda tricolore non ci poteva essere. Cordoba sbilanciato tira giù Maggio, Mazzarri in trans chiede espulsione, ha mezza ragione, Valeri lo rimbalza. Fuori Stankovic per infortunio, l’Inter si affloscia, Ranocchia fermato in fuorigioco inesistente, non protesta nessuno, Cannavaro in area a un metro dalla porta di Castellazzi gliela porge. Clamoroso.

A una manciata di minuti dalla fine Castellazzi pareggia la prodezza di De Sanctis e respinge su Hamsik nell’aera piccola, poi Ranocchia allontana sulla riga. Il secondo tempo è tutto del Napoli ma non basta. Un esercito di sfacciate tossine impedisce al Napoli di annientare i campioni del mondo mai visti così in difficoltà. Poi Lavezzi.

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