Politica

«Lavorerò per l’isola unico ministro del Polo nel governo Prodi»

Il governatore: «Sfrutterò fino in fondo le prerogative che mi vengono concesse dal nostro statuto autonomo»

Marianna Bartoccelli

nostro inviato a Palermo

Sarà l'unico ministro siciliano del governo Prodi. Un ministro fuori dal coro, perché espressione dell'opposizione che avrà comunque il diritto di sedere al tavolo del governo, come vuole lo statuto autonomo regionale, tutte le volte che si discuterà di problemi che riguardano la Sicilia.
Totò Cuffaro è stato confermato governatore della Sicilia con quasi dieci punti di differenza dal suo competitor del centrosinistra, Rita Borsellino. Il dato finale è di 52,4 contro 42,2%.
Centinaia i sostenitori che hanno atteso nella segreteria nel viale centrale di Palermo, quello della Libertà, che arrivasse il presidente riconfermato. A metà pomeriggio arriva ed è un trionfo di telecamere, flash, giornalisti, spumante e, nello spazio antistante ai saloni infuocati oltre che dalla folla da 38 gradi di temperatura, del «panino con la meusa», la milza, tipico di Palermo.
Oltre che soddisfatto, onorevole Cuffaro, qual è la prima sensazione? Ha battuto solo il centrosinistra o ha anche allontanato il problema di un pesante processo?
«Io sono stato eletto politicamente e non assolto. Questo tocca deciderlo alla magistratura e a questo pensano i miei avvocati. Ho sempre ripetuto che non temo il giudizio in aula e che sono sicuro di me e delle mie estraneità alle accuse. Oggi è il giorno della festa e vorrei parlare dei miei programmi e del futuro della Sicilia».
Si sente orfano del governo Berlusconi?
«Abbiamo lavorato bene insieme in questi anni e prodotto tanti fatti positivi per la Sicilia. Adesso mi trovo con un governo diverso certo, ma faccio appello al senso delle istituzioni di Prodi e del suo esecutivo».
Sente la responsabilità di una vittoria che manda all'opposizione la Sicilia rispetto al governo nazionale?
«Sarò ministro di questo esecutivo, come prevede lo statuto. Anzi sarò l'unico ministro siciliano. Grande merito del governo Berlusconi è di avere consentito il ripristino degli articoli fondamentali dello Statuto autonomo. Oggi questo rafforza il nostro ruolo autonomo e il nostro potere contrattuale con il governo nazionale. Mi auguro che la Borsellino diventi il capo dell'opposizione e non faccia come Orlando che cinque anni fa fu il mio avversario alle regionali, ebbe il 39%, ma non ha mai svolto il suo ruolo di leader dell'opposizione. La invito sin da subito, ed è un invito che faccio anche ai deputati che verranno eletti, a lavorare insieme per lo sviluppo della Sicilia, per combattere la mafia e per fare insieme buone leggi».
Claudio Fava ha già attaccato e sostiene che lei oggi ha cominciato a perdere. E che il secondo passaggio della sua sconfitta sarà in Tribunale a Palermo...
«Ho sempre mostrato grande rispetto per il lavoro della magistratura, non capisco come faccia Fava a fare certe affermazioni. La cosa mi inquieta. Un europarlamentare che pronunzia una sentenza è preoccupante. Non capisco inoltre come faccia a parlare di prima sconfitta. Ho preso il 10% in più della sua candidata e faccio parte di una coalizione che ha ottenuto il 60,9% dei voti. Di fronte a queste affermazioni di Fava voglio sottolineare la correttezza della mia rivale in tutta la campagna elettorale. È stato uno scontro sereno, ordinato, pulito. Che mi fa ben sperare in un dialogo continuo con l'opposizione».
Chi sarà al governo con lei?
«Ho già le idee chiare, ma discuteremo con tutta l'alleanza. Una cosa è certa: ci saranno quattro donne come ho detto dall'inizio». Poi sorridendo: «Non so se posso nominare chi non risiede in Italia, ma a me piace proprio Sharon Stone».
Il rapporto col movimento autonomista di Raffaele Lombardo...
«Sarà un mio grande alleato. Gli faccio i complimenti per il suo ottimo risultato. È sempre stato un mio amico, lo è ancora».
E Musumeci?
«La sua è stata un'affermazione personale di rilievo. E i suoi voti vengono dal nostro elettorato. Bisognerà tenerne conto».
La signora Borsellino ha definito questa legge elettorale con lo sbarramento al 5% poco democratica...
«È una buona legge. Mi dispiace ci sia qualcuno che resta fuori, ma serve alla stabilità e impedisce ogni ribaltone».
I precari sono stati al centro della sua campagna elettorale e anche della sua avversaria. Lei è stato accusato di clientela e di avere fatto troppo assunzioni prima della campagna elettorale...
«Ho governato ponendo al centro del mio lavoro il tema dell'occupazione. Il precariato è un grosso problema. Da parte della signora Borsellino sono arrivate delle proposte in campagna elettorale. Spero che potremo lavorare insieme per affrontare una questione drammatica. Se ci sono idee nuove sono pronto ad accoglierle».


Grande apertura e voglia di dialogo: effetto della vittoria o necessità perché a Roma oggi ha un governo opposto a lei?
«Sono fiducioso nella buona volontà dei nostri parlamentari: obiettivo principale è governare bene la Sicilia, avere i soldi necessari per tutto quello che serve, e molto dipende dall'Europa con cui abbiamo ottimi rapporti. Sarà necessaria una concertazione tra tutti. Spero di riuscirci».

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